Chiude il Gruppo Campo Marte: nessuno riesce a sostituire Gianni

Barbara Fenotti
Bertolotti è morto in agosto, era l’anima del sodalizio da 25 anni. Oggi la consegna delle chiavi al Comune
La serranda abbassata al civico 10 di via Monte Grappa © www.giornaledibrescia.it
La serranda abbassata al civico 10 di via Monte Grappa © www.giornaledibrescia.it
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Quando si dice che una persona, morendo, lascia un vuoto incolmabile, il pensiero corre subito alla famiglia. La scomparsa di Gianluigi Bertolotti ha lasciato posto a una assenza con cui non solo la moglie Santina e i figli, bensì l’intero quartiere di Campo Marte sta ancora facendo i conti.

Chi era

Gianni Bertolotti si è spento l'anno scorso © www.giornaledibrescia.it
Gianni Bertolotti si è spento l'anno scorso © www.giornaledibrescia.it

«Gianni», come tutti lo chiamavano, è mancato nell’agosto dell’anno scorso a 79 anni. Negli ultimi 25 è stato l’anima, il cuore e il principale braccio operativo del Gruppo Campo Marte, un sodalizio che si è speso per gli abitanti del quartiere – anziani in primis, ma non solo – in mille modi diversi. Nella sede del gruppo di via Monte Grappa 10/A insieme ad altri volontari sbrigava pratiche, risolveva problemi burocratici, distribuiva pacchi alimentari a chi era in difficoltà. Durante la pandemia si era messo lui stesso al telefono per prenotare i vaccini anti-Covid. Nella caldissima estate del 2003, addirittura, insieme ad altre persone si era recato fisicamente nelle case degli anziani soli e allettati a montare i condizionatori donati dall’allora Asm. Un factotum, insomma. Una figura, per dirla con altre parole, difficile da sostituire. Anzi, impossibile. Almeno così racconta la realtà dei fatti: da quando Gianni è mancato, ormai sei mesi fa, nella sede di via Monte Grappa sono rimaste un paio di persone indaffarate nel tentativo di sopperire a tutte le richieste che, come d’abitudine, sono continuate ad arrivare anche dopo la dipartita dello storico volontario.

Il vuoto

«Ma il carico di impegni e l’età ormai avanzata di uno dei due volontari rende impossibile continuare: ecco perché abbiamo deciso di chiudere la sede», spiega Santina, la moglie di Gianni.

Questa mattina alle 10 la signora consegnerà a un dipendente del Comune di Brescia le chiavi di quello che per un quarto di secolo è stato il punto di riferimento per un’intera comunità. Sulla vetrina accanto alla porta d’ingresso ancora campeggia la foto di Gianni, che Santina ha collocato dopo la morte del marito come se lui, in qualche modo, fosse ancora lì ad accogliere con il sorriso chi ha bisogno. Dietro a quel ritratto, in realtà, c’è un ufficio ormai vuoto: l’entusiasmo e la voglia di fare, di aiutare, del volontario sono svanite insieme a lui.

La comunità

«Da mesi quando esco di casa le persone mi fermano – racconta Santina –, mi domandano cosa ne sarà della sede: io rispondo che sono già impegnata su altri fronti e, comunque, non ho le competenze per portare avanti le tante cose che faceva mio marito».

Santina non è l’unica dirsi incapace di raccogliere il testimone di Bertolotti: «Una soluzione per quel punto di comunità ancora non si è trovata nonostante i Servizi sociali ci stiano lavorando – spiega l’assessore ai Servizi sociali del Comune di Brescia, Marco Fenaroli –. Dal sostegno alle persone, alle competenze anche tecniche necessarie per risolvere questioni pratiche come, per esempio l’irregolarità o meno di una abitazione, Bertolotti aveva una dedizione tale e delle capacità su più fronti che è difficile ritrovare in altre persone».

La promessa

L’impegno del Comune per trovare nuovi volontari che sappiano colmare il vuoto lasciato da Gianni, e da chi con lui collaborava, è confermato: «Riprenderemo i contatti per vedere di trovare la soluzione che finora non si è trovata» annuncia Fenaroli. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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