Caffaro, pubblicate le motivazioni della sentenza della Cassazione
La Corte di Cassazione ha pubblicato le motivazioni della sentenza che condanna LivaNova, la multinazionale che ha inglobato Sorin (ex Snia), a risarcire i Siti di interesse nazionale di Brescia, Torviscosa e Colleferro per i danni subiti dall’inquinamento della vecchia Caffaro.
Sentenza e ripartizione
Come stabilito dalla Prima sezione civile il 26 febbraio, LivaNova deve versare quindi al Ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica oltre 453,5 milioni di euro, 453.587.328,48 per la precisione. Per quanto riguarda la destinazione dei fondi, resta valida la ripartizione effettuata dal Tribunale di Milano: il pronunciamento della Cassazione, lo ricordiamo, arriva infatti dopo la sentenza della Corte d’Appello di Milano e dopo il verdetto della Corte di Giustizia Europea (nel dispositivo Cgue 642), dove pure si sottolinea come una scissione societaria non può essere un mezzo per sottrarsi alle conseguenze degli illeciti commessi da un'impresa a spese dello Stato, di altri enti e, soprattutto, dei cittadini.
Il risarcimento a Brescia

Del risarcimento complessivo, al sito di Brescia sono destinati 250 milioni di euro. Più nello specifico, 137 milioni di euro riguardano la cosiddetta «riparazione primaria»: tra questi ci sono anche i 15 milioni destinati a risanare un centinaio di ettari di campi inclusi nel perimetro Sin (un quadrilatero che parte da via Milano e che si inceppa ai binari della ferrovia Milano-Venezia, nonostante l’inquinamento sia identico anche oltre quella «linea maginot») per interventi di bioremediation (uno studio di Ersaf aveva già chiarito che una strada poteva essere quella delle piante che degradano i Pcb, operazione che potrebbe risanare i campi nell’arco di sessant’anni). Altri 26 milioni sono stati invece calcolati per i 360 ettari di terreni che si snodano dalla zona industriale di via Labirinto fino a Capriano del Colle: questo perché gli inquinanti (Pcb, diossine, cromo esavalente, metalli pesanti) hanno viaggiato attraverso i fossi, sconfinando la fabbrica di via Nullo e avvelenando tutto fino a 15 chilometri di distanza. Altri 110 milioni, infine, sono posti a garanzia della gestione degli impianti di trattamento delle acque sotterranee.
Perché proprio LivaNova
Perché a risarcire Brescia, Torviscosa e Colleferro è la multinazionale? LivaNova plc è una società globale di diritto inglese con sede legale a Londra e con numerose succursali in tutto il mondo (una anche a Milano), oggi leader di mercato nel settore della tecnologia e dell’innovazione medica. La ragione del suo coinvolgimento è scritta nella sua «carta d'identità»: è infatti nata nel 2015 dalla fusione di due società, vale a dire Cyberonics e, appunto, Sorin che, a sua volta, nel 2003, è stata scorporata (insieme a tutti gli utili) dalla ex Snia, vale a dire l'industria chimica ritenuta direttamente responsabile della contaminazione del sito Caffaro.
Il commento della sindaca
Dopo la pubblicazione delle motivazioni è arrivato il commento della sindaca di Brescia Laura Castelletti: «Una notizia che aspettavamo e che rende ancora più urgente la conferma del commissario straordinario, il cui mandato, scaduto, non è stato ancora rinnovato. Io stessa ho seguito la vicenda da vicino, con attenzione, interloquendo sia direttamente con il presidente della Regione Fontana, sia con il ministro Pichetto Fratin, attraverso l’onorevole Benzoni. La nomina, già firmata dai ministri competenti Pichetto Fratin e Giorgetti, è incagliata nelle maglie della burocrazia romana, ma va assolutamente sbloccata, perché il commissario deve proseguire con il suo lavoro e la sua operatività è più che mai necessaria, visto che la bonifica del Sin, ormai instradata grazie al lavoro che abbiamo fatto in questi anni, entrerà nel vivo a fine mese. Per quanto riguarda le risorse, come ho già avuto occasione di dire, è fondamentale che restino sul territorio, perché l’inquinamento causato dalla Caffaro non si ferma al confine dell’azienda, ma tocca aree agricole, orti e giardini privati, i cui proprietari hanno diritto di essere risarciti. Va cercato un modo, in sinergia con il Governo e la Regione, perché distribuire risorse pubbliche ai privati apre un tema di legittimità e bisogna dotarsi delle migliori soluzioni tecnico legislative. Ho chiesto al ministero un Tavolo operativo per valutare, insieme anche alla Regione, come garantire questi fondi alla nostra città, e confido ci sia da parte di tutti la volontà di trovare una soluzione».
Il posizione di LivaNova
«LivaNova è soddisfatta che la Corte di Cassazione abbia stabilito che la Società non debba essere ritenuta responsabile per alcuni pagamenti, dell’importo di 157 milioni di euro, precedentemente approvati dalla Corte d'Appello di Milano. Allo stesso tempo però la Corte ha stabilito che a LivaNova possono essere attribuite responsabilità ambientali per siti che la Società non ha mai posseduto né gestito. LivaNova è lieta di aver compiuto un importante passo avanti nella risoluzione del contenzioso Snia e rimane concentrata sull'attività ordinaria, al servizio dei propri clienti e dei loro pazienti in Italia e nel mondo», fa sapere la società.
Il commissario straordinario
Ora che l’iter giudiziario per fare luce sulle responsabilità del disastro ambientale che ha avvelenato Brescia è arrivato a un punto fermo, però, a rallentare la fase della bonifica dell’epicentro del Sin è (ancora una volta) la burocrazia.
Nonostante i Ministeri abbiano infatti firmato la prosecuzione dell’incarico a Mauro Fasano, il decreto di nomina è ancora inceppato alla Corte dei Conti. Risultato: Brescia è senza commissario straordinario per il Sin Caffaro. Non solo: sul tavolo dell’attesa c’è anche il rinnovo dell’Accordo di programma, ormai scaduto.
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