Caffaro Brescia, villaggio in prepazione: al via i test per la bonifica
La fase di progettazione esecutiva continua «step by step», ma dopo aver effettuato i sopralluoghi e le verifiche in loco, è tempo di passare all’azione. Nei prossimi giorni alla Caffaro di via Milano verranno montati gli uffici e gli alloggi dei lavoratori, un piccolo villaggio che dovrà ospitare «quella sessantina di operai che si troveranno a lavorare contemporaneamente sul sito», per poi passare alla fase dei test per la bonifica: verranno sperimentate cinque diverse tecniche di bonifica dei terreni dai veleni che hanno impregnato l’intera area dell’azienda.
Le novità sono emerse nel corso della commissione Ambiente del Comune di Brescia che ha raccolto intorno allo stesso tavolo il commissario del Sin Caffaro, Mauro Fasano, il direttore dei lavori e i tecnici delle imprese che dovranno occuparsi dei lavori di bonifica del sito di interesse nazionale, l’assessore Camilla Bianchi, e i presidenti dei Consigli di quartiere di Chiesanuova, Fornaci, Folzano, Fiumicello e Primo Maggio, oltre ai vari commissari.
Le fasi della bonifica
Terminato il montaggio del villaggio, prima dei test sperimentali, comincerà tra fine aprile e maggio la bonifica bellica: «Un passaggio non banale – ha ricordato il commissario – necessario visto che la ferrovia che passa li vicino è stata interessata dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale e se saranno trovati degli ordigni, questo allungherà i tempi». Un’operazione che dovrebbe durare circa un mese.
Ottenuta la certificazione del Genio militare inizieranno i test pilota con l’istallazione degli impianti funzionali alla verifica delle più moderne tecnologie di bonifica de terreni. Verranno realizzati una serie di pozzi e piezometri entro i quali saranno iniettate varie sostanze di diversa tipologia per capire l’efficacia che hanno nel ripulire il terreno dai veleni presenti, dal Pcb al cromo esavalente. I test dovrebbero concludersi il prossimo ottobre per poi scegliere dove e come impiegare le diverse tecniche di bonifica.
I terreni privati
Durante la commissione si è tornati a parlare dell’incognita dei terreni privati, di tutti quei cittadini che, trovandosi non dentro ma ai margini del Sin Caffaro, hanno i giardini e gli orti inquinati da Pcb. L’assessora Bianchi ha ribadito che purtroppo al momento non ci sono i fondi necessari alla bonifica di queste aree, circa 250milioni di euro, ma il Comune, cui compete la risoluzione di questo problema, sta lavorando per «andare oltre il censimento fatto nel 2003 delle macroaree.
Avviare una caratterizzazione che ci dica esattamente quali sono le aree inquinate e quali no per farci trovare pronti qualora si troveranno i fondi. Non va dimenticato – ha aggiunto l’assessora – che si dovranno spendere soldi pubblici su aree private e che per fare questo va trovato il modo corretto. Aspetto che già da tempo stiamo valutando con l’’avvocatura comunale».
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