Ex Tintoretto, a febbraio lavori o tre milioni sul conto comunale

La Loggia ha rilasciato il permesso di costruire: ora la palla passa a Redo, mentre sono partiti i cantieri a Sanpolino
Il cratere lasciato dalla vecchia Tintoretto - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it
Il cratere lasciato dalla vecchia Tintoretto - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it
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Il ticchettio che detta il ritmo è scoccato alla fine di dicembre, quando la Loggia ha deciso di rilasciare il permesso di costruire a Redo Sgr, la società che ha acquistato dall’Aler (acronimo di Azienda lombarda per l’edilizia residenziale) la torre Tintoretto di San Polo. Un destino malinconico e disgraziato fino alla fine quello del grattacielo colorato, simbolo di un modello di edilizia popolare disconosciuto ma attraverso il quale sono passate le storie di centinaia di famiglie: «mangiato» dai denti delle gru alla fine del 2021 dopo un teleromanzo che ha scavalcato un decennio di polemiche, con l’addio al suo ultimo calcinaccio bordeaux è rimasto solo un gigantesco vuoto.

Che ne sarà di quell’area: il palazzone verrà effettivamente rimpiazzato dalle sei palazzine (e le 270 case) previste nella convenzione del 2021? Il verdetto arriverà presto: entro febbraio, infatti, Redo dovrà comunicare la sua decisione alla Loggia. Con un punto fermo: o la parte dei «cantieri obbligatori» (quelli relativi alla parte pubblica, sanciti nell’intesa) si mette in moto e si conclude nei tempi stabiliti, oppure il Comune procederà ad incassare la fideiussione.

A San Polo

Da via Lippi, dietro le impalcature giallo fluo, ormai da due anni si scorge solo un enorme cratere. Adesso che i fondi del Pnrr sono stati «traslocati» sull’operazione al via a Sanpolino (che ha salvato 25 dei 60 milioni di finanziamenti statali, tra quelli legati al bando Pinqua e i 17,3 milioni delle opere indifferibili), l’atto a cui Comune e Redo devono tornare è la convenzione firmata del 2021. Cosa prevedeva? La realizzazione, da parte della società, di sei palazzine, due terzi da destinare ad affitto convenzionato e un terzo a vendita convenzionata, oltre a servizi, spazi commerciali, parco e ciclabili.

A che punto siamo ora? La Loggia, alla fine di dicembre, ha rilasciato il permesso di costruire, sta ora a Redo decidere se ritirarlo oppure no. La decisione non può però restare sospesa all’infinito, perché la normativa prevede tempi ben definiti: al netto della richiesta (accolta dal Comune) di ulteriori approfondimenti tecnici, la deadline scadrà alla fine di febbraio. Spiega la sindaca Laura Castelletti: «Il primo step è il dialogo, perché l’obiettivo è realizzare quanti più alloggi possibili. Redo ha chiesto delle informazioni in più agli uffici. Se decideranno di non procedere secondo i tempi previsti, procederemo ad incassare la fideiussione», che ammonta a tre milioni di euro.

Ma Castelletti tiene a precisare anche l’unità delle istituzioni coinvolte: «All’inizio della settimana sono stata a Milano e ho incontrato l’assessore regionale alla Casa Paolo Franco. Le istituzioni, Comune e Regione, sono allineate e stanno lavorando insieme: questo è un aspetto fondamentale».

In corso Bazoli

Nel frattempo, il via all’operazione Sanpolino sta rispettando la tabella di marcia prefissata: archiviata la bonifica dagli ordigni bellici, nei giorni scorsi l’area su cui sorgeranno le tre nuove palazzine da cinque piani (finanziate grazie ai 25 milioni «salvati» dal portafoglio Pnrr-ex Tintoretto) è stata consegnata alla ditta per l’allestimento del cantiere. Tra corso Bazoli e via Merisi, su un lotto di 5.500 metri quadrati, sorgeranno quindi 69 nuovi appartamenti per un totale di 7.275 mq.

Allestito il cantiere a Sanpolino - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it
Allestito il cantiere a Sanpolino - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it

«Grazie al Piano nazionale di ripresa e resilienza – spiega l’assessore ai Lavori pubblici, Valter Muchetti – il patrimonio immobiliare del Comune di Brescia crescerà di ben 69 appartamenti che destineremo ad housing sociale, e cioè a quella fascia di reddito che oggi fatica a trovare appartamenti in affitto. Sarà un anno impegnativo, ma siamo determinati a raggiungere questo obiettivo importante per la città».

Trattandosi di opere finanziate dal Pnrr, la pronta consegna delle tre palazzine dovrà avvenire entro la primavera del 2026

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