Sciopero Tpl a Brescia, coinvolto oltre il 70% dei lavoratori

Corse saltate e disagi diffusi. Così si sta svolgendo l’ennesimo venerdì di sciopero e proteste a Brescia tra i lavoratori del trasporto pubblico. Una mobilitazione massiccia, inaspettata e forse anche più importante delle ultime, quella tra i conducenti di Brescia Trasporti. Secondo i sindacati di base bresciani lo sciopero di oggi ha infatti coinvolto oltre il 70% dei lavoratori della municipalizzata. Nel mirino degli autisti c’è la pre-intesa sul nuovo contratto del trasporto pubblico ma sul banco ci sono anche i cronici problemi del sistema bresciano.
Accordo
L’accordo nazionale, che coinvolge in Italia 110mila lavoratori, prevede infatti l’immediata una tantum di 500 euro e l’aumento medio mensile tra i 220 e i 240 euro lordi. «Dal prossimo mese prenderemo solo 100 euro in più e poi per otto mesi nulla, fino ad arrivare a regime». Anche per questo l’accordo «al ribasso è stato bocciato dai lavoratori bresciani, così non si recuperano neanche le spese dell’inflazione», spiega Maurizio Murari dei Cobas.

Ma le vicende nazionali si intersecano con quelle locali e allora i sindacati, che oggi hanno riunito in presidio in via San Donino i conducenti di Brescia Trasporti in protesta, tornano a chiedere il premio ricevuto lo scorso anno: «A Brescia sono arrivati 2 milioni 800mila euro di fondi Covid, non si può dire non ci siano soldi. Chiediamo che quel premio di 2.500 euro venga quindi erogato anche quest’anno».
Adesione
Non sono stati pochi i disagi per i bresciani, che hanno fatto i conti con uno sciopero dei conducenti di Brescia Trasporti che ha coinvolto circa il 70% dei lavoratori della municipalizzata. «Un’adesione per certi versi inaspettata e che conferma la delusione per l’accordo nazionale», conclude Murari.
Ma all’ombra del Cidneo i problemi rimangono gli stessi, come spiega Fabio Simone di Or.Sa: «Siamo ben oltre i limiti di straordinario. Qualcuno arriva anche a 700 ore di straordinario ogni anno, quando il limite secondo contratto è di 250. Questo non solo incide pesantemente sulle nostre vite sociali, ma crea seri problemi alla sicurezza. Stanno venendo sempre meno i diritti dei lavoratori».
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