Dalle donne in difficoltà 29 copri incubatrice per la Poliambulanza

Cura, formazione, inclusione. Tre parole che riassumono il senso del progetto che ha visto coinvolti insieme Fondazione Poliambulanza, l’Istituto Vittoria Razzetti e l’Ais di Brescia.
Al centro dell’iniziativa i 29 nuovi copritermoculla donati al reparto di Terapia intensiva neonatale dell’ospedale di via Bissolati, manufatti realizzati dalle ospiti della Casa di Vittoria, struttura residenziale gestita dall’Istituto Vittoria Razzetti onlus, che accoglie donne e madri in situazione di fragilità.
Via luci e rumori
Un progetto solidale, questo, che parte dalla volontà di fornire un ausilio indispensabile ai bambini nati prematuri, poiché – ha spiegato il dottor Paolo Villani, direttore della Tin e della Neonatologia della Poliambulanza – «contribuiscono a ricreare l’ambiente dell’utero materno, schermando i piccoli da luci e rumori, favorendone così anche un migliore sviluppo neurologico».
I manufatti donati – è stato anche rimarcato durante la presentazione – sono stati realizzati con grande cura, in modo da avere tutte le aperture necessarie per favorire l’intervento mirato degli operatori. Inoltre sono esteticamente belli e colorati e aiutano in questo modo ad alleviare lo stress vissuto dai genitori quando entrano nel reparto.
Cura per i piccoli nati prematuri dunque, ma anche formazione e inclusione, ha chiarito Noemi Bonardi, responsabile sociale dell’Istituto Vittoria Razzetti, perché «per le donne con fragilità che li hanno realizzati, i copritermoculla sono stati un’occasione di scoperta delle proprie capacità manuali, di acquisizione di competenze sartoriali, di lavoro di gruppo».
L’iniziativa
Un esempio di economia circolare, ha aggiunto Marcellino Valerio, direttore generale di Fondazione Poliambulanza e presidente dell’Istituto Razzetti, «data la scelta di non acquistare da ditte specializzate i nuovi copritermoculla di cui la Tin aveva bisogno, in sostituzione di quelli precedenti ormai obsoleti, ma di mettere in luce il territorio e sostenere il percorso formativo e lavorativo di persone in difficoltà, riconoscendone anche l’aspetto economico».
L’iniziativa ha visto il diretto coinvolgimento anche dell’Ais (l’Associazione italiana sommelier) di Brescia, che ha destinato a questo progetto i proventi raccolti attraverso una serata benefica: 5.600 euro il contributo donato.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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