La commozione dei fedeli bresciani per la morte di Papa Francesco

Marco Papetti
La notizia della perdita del Pontefice ha scosso nel profondo la comunità di Brescia che si riconosceva in lui. Per qualcuno: «È come se avessi perso un parente»
Il cordoglio per Papa Francesco nel duomo di Brescia - © www.giornaledibrescia.it
Il cordoglio per Papa Francesco nel duomo di Brescia - © www.giornaledibrescia.it
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«Mi sento triste come se avessi perso un parente o una persona molto vicina». Sono le 18 del lunedì di Pasquetta, da un cielo tornato sereno il sole illumina piazza Duomo e i bresciani a passeggio e seduti ai tavolini dei bar. Ma l’animo dei fedeli che entrano nella cattedrale per la messa non è lieto: la morte di Papa Francesco riempie di tristezza anche i cuori della Chiesa bresciana, in un lunedì dell’Angelo velato di commozione.

Per molti dei fedeli intervistati con Jorge Mario Bergoglio è venuta a mancare una figura prossima, quasi uno di casa: «Aveva un modo di comunicare con le persone autentico - dice una signora -. Questo lo faceva sentire vicino a noi e si percepiva sempre la sua bontà». A tutti è chiaro che non potrà essere una messa come le altre: «Siamo qui a celebrare l’eucaristia con un peso sul cuore - esordisce il sacerdote dall’altare -. La scomparsa di Francesco è stata una sorpresa, sebbene non del tutto inaspettata per la malattia».

Commozione e sgomento sono sensazioni comuni tra i fedeli: «grande dolore» è l’espressione che più si ascolta nelle testimonianze. Una tristezza dovuta, in primo luogo, alla statura morale di Francesco: «È stata una grande persona, che ha saputo stare tra i poveri e tra la gente - dice una signora -. Di lui avremo sempre un bellissimo ricordo. Speriamo che ora arrivi un Papa come gli somigli». Anzi, come aggiunge il marito «deve arrivare qualcuno come lui, perché ne abbiamo assoluto bisogno: il mondo non è in pace».

Una guida

Un altro sentimento diffuso è infatti la paura di aver perso una guida su cui fare affidamento in un’epoca burrascosa: «Speravo tanto che migliorasse e che restasse con noi - dice un’altra fedele -. In questo periodo pieno di conflitti e con capi di Stato infervorati dalla guerra lui era un faro di luce: mi infondeva la speranza che il mondo potesse migliorare. Anche per questo gli volevo molto bene». Per il suo impegno per la pace, Bergoglio «ha lasciato un segno: come tanti papi prima di lui, ma ha dato sicuramente un’impronta unica alla chiesa e al mondo».

Prima della messa molti entrano in Duomo per una veloce preghiera: «Non vado molto in Chiesa ma oggi ho sentito di dover passare», dice un uomo uscendo dalla cattedrale. Non mancano i fedeli che, in omaggio al Papa appena mancato, si raccolgono davanti al monumento di un altro pontefice, il bresciano Paolo VI. C’è anche chi di Francesco custodisce il ricordo di un incontro ravvicinato: «Una volta a Roma ho potuto vederlo da molto vicino: ho percepito in lui l’umiltà delle persone grandi».

Preghiere

Anche nelle altre basiliche bresciane la messa per il lunedì dell’Angelo sono come un’unica, grande, preghiera per il Papa appena scomparso. Nella Chiesa dei Santi Faustino e Giovita, un cero con accanto la foto di Francesco arde su un piccolo altare tra le due file di panche. In quella di San Francesco - intitolata al santo di Assisi di cui Bergoglio scelse di prendere il nome - c’è chi si reca a pregare il Papa venuto «dalla fine del mondo»: «Mi è venuto naturale venire a pregarlo qui», racconta un fedele.

L’opera e l’insegnamento di Francesco sono pronti a tramandarsi alla posterità: «È stato un Papa che ha saputo capire dove andava il mondo e agire nello spirito del Vangelo - dice un giovane scout -. Mi è sempre piaciuto che abbia volto rifarsi a San Francesco. Spero che il suo successore come lui sia vicino ai poveri e segua i principi della pace e dell’amore tra le persone». 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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