Lite su nome e logo, dal Museo Mille Miglia controdiffida all’Aci
Il Museo Mille Miglia non ci sta. Non ci sta a perdere il suo nome, o il suo marchio, e non ci sta nemmeno a prendersi la colpa se la Fondazione con Aci e Comune di Brescia non vedrà la luce.
Proprio per questo ieri pomeriggio i suoi avvocati hanno inviato una lettera inequivocabile all’indirizzo dell’Automobile club cittadino: una diffida per rispondere a un’altra diffida, quella di non usare più il nome o il logo della corsa più bella del mondo a partire dalla giornata di domani.
La diffida
Il contenuto della missiva è riassunto in una nota del Consiglio di amministrazione che non risparmia parole durissime: «L’Associazione Museo della Mille Miglia Città di Brescia – scrivono dalla struttura di viale Sant’Eufemia –, tramite i propri legali, ha riscontrato la comunicazione dell’Automobile Club Brescia replicando alla tendenziosa ricostruzione dei fatti dalla stessa prospettata e alle infondate richieste ivi avanzate».
Non solo: «L’Associazione ha diffidato Aci Brescia dal proseguire nell’atteggiamento indebitamente intimidatorio e ritorsivo con il quale ha cercato sinora, fortunatamente invano, di coartare la volontà degli associati, chiedendo ai legali di approfondire i profili di responsabilità ascrivibili alla stessa Aci Brescia per l’affidamento ingenerato, sino a ieri, in ordine alla prosecuzione della licenza di marchio, nonché ai componenti dell’organo direttivo i quali abbiano operato in conflitto d’interessi e sulla quantificazione dei relativi danni».
Ultimo capitolo
Ma riavvolgiamo il nastro: questa lettera rappresenta soltanto l’ultimo capitolo di una querelle che ha attraversato il mondo dell’automobilismo bresciano negli ultimi mesi, per non dire anni.
La questione è culminata nei giorni scorsi con la decisione del Comune di Brescia di revocare la delibera risalente al 7 agosto, primo step per la nascita di una Fondazione Mille Miglia che avrebbe dovuto proteggere la corsa da appetiti fuori provincia.
La scelta della Loggia è giunta in seguito alla decisione del Museo di dire «no» alla sottoscrizione del protocollo d’intesa il 18 novembre scorso. L’iniziale accordo a tre che aveva visto coinvolto anche l’Aci è quindi sfumato. E la cosa non è rimasta senza conseguenze, tant’è che lo stesso Automobile club provinciale a stretto giro ha intimato al Museo di non utilizzare più la denominazione Mille Miglia a partire dal 16 gennaio.
Il rischio
Questo dissidio arriva in un momento molto delicato perché il rischio che in un futuro non troppo remoto la Mille Miglia possa perdere la sua «brescianità» è più che mai reale.
Da tempo l’Automobile club nazionale sta pensando ad accorpamenti regionali per ridurre i costi: nel caso lombardo la struttura unica sarebbe a Milano, cosicché il biscione potrebbe mangiarsi in un colpo solo Brescia e la sua «gallina dalle uova d’oro», la Mille Miglia. Insomma: con questa nuova guerra tra realtà bresciane a perderci potrebbe essere solo Brescia.
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