Brescia in trasferta a Graz: «Il tram può guidare la rinascita urbana»
Di certo la scelta del parallelismo urbano pare subito azzeccata. Unite dalle dimensioni, dalla densità, dalla presenza di un’oasi Unesco nel centro storico, dalla centralità della cultura nel tessuto sociale e dalla visione moderna del trasporto pubblico, Brescia e Graz se non sono sorelle sono quantomeno cugine. Nel capoluogo del Land della Stiria c’è persino una sorta di castello a dominare la città dal «Cidneo austriaco», raggiungibile - al costo di un euro - con un doppio ascensore (ricorda qualcosa?). In municipio, invece, l’omologa di Laura Castelletti si chiama Elke Kahr, eletta però col Partito Comunista d’Austria. Tra la folta delegazione bresciana i paragoni si sprecano.
La storia
E poi c’è il tram. Che nella seconda città dell’Austria non è una velleità dei tempi moderni, ma un pezzo di storia urbana che percorrendo gli stessi binari del XIX secolo si evolve con la città e oggi si fa tentacolare: sette linee che disegnano una ragnatela di collegamenti perfettamente integrata col resto del sistema regionale dei trasporti. Anche la genesi del veicolo nelle due città affonda le radici nella stessa epoca: era il 1878 quando nacque il tram di Graz e quattro anni dopo toccò a Brescia, dove però nel Dopoguerra si decise di smantellare le tre linee.
La delegazione
Ma ora, 75 anni dopo, è pronto a tornare nella Leonessa d’Italia. Col progetto definitivo della prima linea in dirittura d’arrivo, il tesoretto al sicuro e i cantieri pronti ad aprire l’anno prossimo, un pezzo di Loggia - in prima fila la sindaca Castelletti e il suo vice Federico Manzoni, poi assessori, consiglieri, qualche tecnico - e il gotha di Brescia Mobilità arrivano a «studiare» il sistema di Graz. Una maxi-delegazione di oltre 30 persone, «che non è casuale. Ognuno secondo i propri ruoli e competenze sarà direttamente coinvolto nel progetto e ha bisogno di conoscere da vicino un’esperienza di mobilità simile alla nostra, anche per lavorare meglio in sinergia», spiega Castelletti.
Come accaduto con Bordeaux nel 2019 e oltre un decennio fa con Copenaghen (per assaporare la metro), Brescia continua a guardare all’Europa per proiettarsi nel futuro. E nei due giorni «in missione» qualche risposta agli amministratori è arrivata.
Nel futuro
Prima viaggiando a bordo dell’ultimo modello di veicolo su rete elettrificata, che entra direttamente nel centro commerciale, che raggiunge le quattro «Smart Cities» di nuova costruzione, che tocca, sfiora e bacia altre reti di trasporti. E poi dialogando con i vertici di Graz Linen, la holding che gestisce i trasporti della città. Ecco perché per il delegato alla mobilità Manzoni «il più grande insegnamento è che il tram guida la riqualificazione urbana raggiungendo periferie e nuove aree. Anche noi vogliamo mettere a sistema i bus, la metropolitana e il tram ma anche aprirci alla Lombardia Orientale».
Cantieri in vista
Dal 2025 le prime grane per la Loggia potrebbero avere a che fare con la parola «cantiere». Ecco perché gli amministratori bresciani tempestano di domande il direttore delle linee tram di Graz Linen Andreas Solymos sulla gestione dei lavori. «Sono stati previsti ristori e agevolazioni a commercianti e residenti?», «Ci sono state polemiche?».
Basta vederla Graz, in queste settimane. Persino il centro è spezzato da un grande cantiere aperto che spesso sbarra negozi e ristoranti.
Per la sindaca le indicazioni «sono state chiare sulla comunicazione, sul coinvolgimento dei cittadini ma anche sulla necessità di lavorare sul design dei vagoni per renderli attraenti e fruibili da tutti. Brescia deve diventare sempre più una città sostenibile, economicamente conveniente e dall’alta qualità della vita»
Per riuscire nell’operazione senza danni molto si punta sulla comunicazione. Ancora sembrano sentirsi gli echi delle polemiche per la costruzione della metropolitana, poi svanite di colpo ad infrastruttura completa. E anche se meno invasivi, i cantieri diffusi coincidono sempre con fasi delicate nel rapporto tra istituzioni e cittadinanza.
Il da farsi
Per questo motivo Brescia Mobilità sta lavorando insieme alla Loggia a un attento piano di sensibilizzazione, con un’accelerata proprio dal 2025. I quattro milioni di euro del progetto riservati alla sola comunicazione confermano l’obiettivo: serviranno per organizzare incontri coi cittadini, iniziative con gli stakeholder ed eventi di promozione.
E poi, da noi, ci sarebbe l’idea di formare dei referenti territoriali che possano informare i quartieri sull’andamento dei cantieri. «Ridurre al minimo i disagi e favorire la partecipazione», questo il mantra degli addetti ai lavori. Per ora il viaggio nel tempo si ferma a Hauptplatz, capolinea della comitiva bresciana a Graz (Austria), specchio del futuro di Brescia.
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