Anpi e Pd: «Il presidio di Difendi Brescia va vietato»
Quel presidio non s’ha da fare. Perché «si tratta di un nuovo affronto da parte delle sigle del neofascismo bresciano». Il pomo della discordia è l’iniziativa organizzata da «Difendi Brescia» (con le sigle CasaPound, Brescia ai bresciani, Comunità militante Brescia, Nazionalisti camuni, Rete dei patrioti, Veneto Fronte Skinhead) alle 21 di venerdì 17 gennaio al parco Pescheto per dire «basta spaccio» sotto lo slogan «#bastafeccia». E ad a invocare l’intervento da parte della Questura, chiedendole di alzare un «cartellino rosso» per vietare la manifestazione è l’Anpi di Brescia.
«La locandina presenta già contenuti razzisti» sottolinea il Comitato provinciale dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia. Il presidio – prosegue la nota – «sembra anche sottendere un messaggio pericoloso: l’invito ad auto-organizzarsi per sostituirsi alle autorità deputate alla tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza. Si riscontra, infine, una chiara assonanza con gli organizzatori del corteo nero del 13 dicembre», nel corso del quale sono stati intonati cori nostalgici e che ha portato alla denuncia per apologia di fascismo e incitamento alla discriminazione ufficializzata dalla Loggia.
Di qui la richiesta dell’Anpi alle autorità a vietare il presidio «per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica, evitando di consentire un nuovo sfregio alla tradizione democratica della città e alla sua memoria antifascista». Una richiesta, quella di non consentire il presidio, che arriva anche dal segretario cittadino del Pd, Roberto Cammarata: «Ci associamo all’appello dell’Anpi: tono e linguaggio sono già violenti nella sola convocazione e questo la dice lunga sull’atteggiamento di questi soggetti. Questa è l’ennesima dimostrazione della volontà di questi movimenti: vogliono provocare e accreditarsi usando lo spazio pubblico per fare propaganda e diffondere idee incivili». No netto al presidio al Pescheto («respingiamo alla radice la definizione di "feccia" utilizzata per definire una parte di popolazione» rimarca Cammarata), ma nessuna contro-manifestazione in programma, perché «insieme alla maggioranza e alle forze sociali abbiamo condiviso di evitare contrapposizioni: il nostro obiettivo è ridurre la tensione, non alimentarla».
La replica dell’ultradestra
Dall’altra parte, però, l’ultradestra è risoluta e ribadisce: «L’immigrazione incontrollata è la causa dell'insicurezza generale e quest'ultima è la conseguenza principale del fallimento della società multirazziale. Il nostro principale interlocutore ed antagonista politico è la Giunta Castelletti e intendiamo scardinare il sistema di potere che governa la città. Dal corteo del 13 dicembre, accusandoci di qualsiasi falsità, il sistema ha cercato di sviare l’attenzione dai problemi reali: non demordiamo». Per questo – annunciano – oltre a quella di venerdì, «sono già in cantiere ulteriori attività».
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