Borse di studio per donne vittime di violenza: l’iniziativa a Brescia
La cultura come opportunità di liberazione da ogni forma di violenza e segno di speranza in un futuro migliore. Questo il senso della consegna di quattro borse di studio che Ansi, Associazione nazionale scuola italiana, ha consegnato stamattina nel salone Bevilacqua dei Padri della Pace ad altrettante giovani donne seguite dai centri antiviolenza Butterfly e Rete di Daphne.
Borse - intitolate a Giulia Tramontano e al figlioletto Thiago che teneva in grembo - che consentiranno loro di seguire un corso di laurea proposto da UniPegaso, Mercatorum e San Raffaele che fanno parte di Multiversity.
«Hanno dai 20 ai 32 anni - spiegano Moira Ottelli e Catia Piantoni delle due realtà attive sul territorio -. Le due più giovani non hanno figli mentre le altre due sì. Hanno vissuto situazioni di violenza domestica: la più giovane di origini straniere, da parte della famiglia, le altre tre da partner o ex partner. Nessuna però ha subito violenza fisica. Sono state coraggiose - proseguono Ottelli e Piantoni - perchè hanno affrontato la situazione e ne sono uscite. Sono sopravvissute alla violenza, hanno alzato la testa e sono rinate. La scuola per loro è davvero un’occasione di rinascita in un percorso normale di vita”. Per ragioni di opportunità e sicurezza a ritirare le borse di studio sono state proprio le due referenti dei centri antiviolenza nel corso dell’appuntamento “C’è ancora un domani!».
A moderare l’affollato incontro l’ex assessora comunale Morelli che ha poi dato la parola a Imma Lascialfari, presidente di Ansi Brescia che ha ricordato come l’iniziativa «sia sì un aiuto per le quattro giovani donne, ma anche un messaggio per l’intera comunità».
Il quadro
Il presidente nazionale dell’Ansi Raffaele Bonanni ha sottolineato come da Multiversity «si è ricevuto un diluvio di generosità», mentre l’assessora Frattini del Comune ha affermato che la giornata rappresentava concretamente «cosa significhi dare pari opportunità alle donne facendo alleanza tra enti diversi». Ma è stata l’assessora regionale Claudia Maria Terzi a fare un quadro della situazione: «Nel 2024 rispetto al 2023 si è registrato un 20% in più di ricoveri in ospedale e un 18% in più di accessi al Pronto Soccorso da parte di donne vittima di violenza, di un’età tra i 18 e i 39 anni. In loro aiuto in Lombardia ci sono 27 reti, 57 centri e 127 strutture di accoglienza antiviolenza».
E la Regione ha stanziato 16 milioni di euro, ha siglato un accordo con Aler per alcune agevolazioni e Protocolli con gli Ordini degli Avvocati e degli Psicologi. Nella rete bresciana, ha ricordato monsignor Faita, il Vescovo ha voluto che entrasse la Diocesi. Hanno quindi concluso la bella mattinata gli interventi di Anna Maria Gandolfi, Orietta Vacchelli e Sarah Viola. Maria Veronica Dinapoli, portavoce di Franco e Loredana Tramontano ha voluto ringraziare per l’iniziativa.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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