Aziende e migranti: l’inclusione diventa inserimento lavorativo
C’è una carrozzeria di Isorella che lavora in quattro province e che non riesce più a trovare ragazzi che vogliano specializzarsi, c’è una carpenteria della Bassa che su otto dipendenti ha tre extracomunitari («tra i migliori, fossero tutti così») ma ha bisogno di assumere altro personale, c’è un’azienda di Gambara che da mesi continua invano a mettere annunci in lungo e in largo. Le voci – un po’ rassegnate – dei piccoli imprenditori bresciani riecheggiano nell’aula magna adibita a sala di scambio e confronto. Qui si incontrano offerta e (potenziale) domanda di lavoro.
Il progetto
A lanciare l’amo in questo mare magnum è l’Hub della Conoscenza che, insieme al Comune di Gambara, a Cassapadana e all’Agenzia per il lavoro Al Centro, proietta nel futuro prossimo un progetto di opportunità e inclusione per imprese e comunità. L’obiettivo è intrecciare due emergenze per generare una soluzione duplice: favorire l’inserimento di richiedenti asilo nel tessuto sociale rispondendo alle esigenze delle aziende che faticano a trovare manodopera.
«Cerchiamo di trasformare un potenziale problema in un’opportunità – conferma Giuliano Noci, direttore dell’Hub della Conoscenza –, facendo in modo che queste risorse giovani siano spendibili nelle attività industriali ed agricole del territorio».
Come? Attraverso un percorso di formazione prima linguistica e poi professionale di base propedeutico all’inserimento nelle aziende bresciane interessate. Nel Centro di accoglienza di Corvione a Gambara sono stati già selezionati 51 ospiti, coloro che hanno mostrato più interesse e disponibilità a lavorare e ad essere autosufficienti. Vengono da Bangladesh, Burkina Faso, Guinea, Gambia, Pakistan, Tunisia e Mali ma anche da Egitto, Nigeria, Libia, Costa D’Avorio e Senegal. Hanno mediamente 28 anni, parlano un italiano basico e resteranno nella Bassa circa 18 mesi.
Strategie
«Sono ragazzi che abbiamo già impiegato in lavori socialmente utili – spiega la sindaca di Gambara Tiziana Panigara –, ma per loro questa può essere una grande opportunità per essere indipendenti. In questo modo riusciremmo anche ad impegnare alcuni dei 183 ospiti del centro».
Il cronoprogramma prevede, dal 28 aprile al 16 maggio, i corsi di lingua italiana da 30-40 ore. Poi, dal 20 maggio, ulteriori 40 ore di formazione professionale di base attraverso percorsi su misura per favorire l’inserimento lavorativo. Già in questa fase le aziende inizieranno a svolgere un ruolo attivo, per poi essere coinvolte (dal 15 giugno) nei percorsi di accompagnamento al lavoro.
E gli imprenditori del territorio hanno risposto all’appello lanciato dalla sindaca Panigara: all’incontro organizzato a Gambara sono arrivati i rappresentanti di 20 aziende. Ma altri hanno mostrato interesse. Un progetto ambizioso ma pragmatico, che in meno di due mesi dovrebbe portare alle prime assunzioni nelle imprese bresciane. E che gode della fondamentale collaborazione della Prefettura di Brescia. «L’integrazione passa dal lavoro – commenta il vicario del prefetto di Brescia Anna Chiti Batelli –. Nel Bresciano sono tante le potenzialità che possono essere sfruttate, tante occasioni che possono portare all’autonomia e anche all’uscita dalle strutture di accoglienza».

La Prefettura si è detta anche disponibile ad approvare trasferimenti di lavoratori da un Cas all’altro, per venire incontro ad eventuali esigenze delle aziende. A giugno si conoscerà l’esito del percorso ma le aspettative sono già alte. D’altronde, l’ad dell’agenzia «Al Centro» Daniele Daturi (che si occupa dei corsi formativi) racconta di un precedente appena oltre i confini provinciali. «Nel Cremonese abbiamo accompagnato una realtà metalmeccanica che ha avviato con un iter analogo un percorso di inserimento lavorativo per 14 richiedenti asilo. Oggi sono tutti contrattualizzati con soddisfazione reciproca di tutti gli attori coinvolti».
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