Brescia antifascista e democratica: «Siamo qui: è doveroso farci sentire»

Chi da largo Formentone sfila lentamente verso piazza Loggia sente sulle proprie spalle il peso dell’eredità di chi era in quello stesso luogo cinquant’anni fa
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«Che bella risposta». Due anziani - cuffia in testa e occhi ludici - guardano scorrere lenta l’onda delle migliaia con una certa commozione. «Non erano scontati questi numeri - osserva uno di loro -, Brescia resta fortemente antifascista ma il rischio di distrarsi è sempre dietro l’angolo, soprattutto ultimamente». Invece no.

  • Gli scatti dalla manifestastione antifascista
    Gli scatti dalla manifestastione antifascista - Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
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Chi da largo Formentone sfila lentamente verso piazza Loggia sente sulle proprie spalle il peso dell’eredità di chi era in quello stesso luogo cinquant’anni fa. Come queste due «vedette» bresciane: c’erano quel 28 maggio e ci sono oggi.

Ma all’ombra della Loggia sono arrivati pezzi interi di società: studenti e famiglie, giovani e pensionati, bambini e persino animali domestici. «Quello che è successo è gravissimo - dice una studentessa -, negli ultimi mesi in tutta Italia, non solo a Brescia e a Bologna, sono state organizzate manifestazioni neofasciste. Due città peraltro accumunate dall’aver subito due stragi della stessa matrice». Ancora più agguerrito il suo collega universitario: «Ora dobbiamo farci sentire, basta stare in silenzio. Si è concesso troppo a chi è contro la libertà e la democrazia».

La Brescia antifascista si guarda negli occhi nello struscio della manifestazione, spesso si sorride, cerca e trova complicità. Non si incrociano sconosciuti: si è uniti negli stessi valori. «È importante essere qui e così in tanti perché col trascorrere degli anni qualcuno prova con sempre più forza a depotenziare i valori e a sbiadire i ricordi», dice una donna facendo un profondo respiro alla fine degli interventi.

La manifestazione antifascista a Brescia

Tra i gruppi di ragazzi, invece, si percepisce un certo fermento. Si intonano cori, si alzano striscioni. C’è anche chi invita con un po’ di insistenza i clienti dei bar ad unirsi alla manifestazione: «Non siate indifferenti!». Ma dal tavolino arriva qualche mugugno di contrarietà. Gocce, comunque, nel mare magnum di sensibilizzazione sotto un unico grande ideale; e capita anche di riscuotere consenso oltre il perimetro di quello che poi diventa un corteo. «Bravi, sempre antifascisti», intona un uomo a passo svelto col sacchetto della spesa in mano. Si alza qualche pugno.

Poi, un’istantanea. «Chi è qui mette nuova legna sotto al fuoco della democrazia». Un’immagine invernale, potente, persino poetica. Natalizia. Ad offrirla è un altro decano della folla. Ha il fazzoletto dell’Anpi al collo. Un giovane, spalla a spalla con lui, non può non ascoltare quelle parole. Gli stringe la mano. «Buon Natale».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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