Case popolari a Brescia, con i primi sopralluoghi si inizia a sperare
Sono (ancora) arrabbiati: «Finché non vediamo, non crediamo più» ribadiscono. Ma se prima erano convinti di partire già con le armi spuntate, adesso che la mobilitazione ha preso piede grazie al coordinamento di Diritti per tutti, iniziano ad intravedere qualche speranza. E sono decisi a continuare a fare sentire la loro voce, perché – è il messaggio – il loro basso reddito non li rende «cittadini di serie C».
Comitati e istanze
Al centro ci sono le condizioni delle case popolari, un teorema di disagi (tra riscaldamento non funzionante, infiltrazioni e ascensori rotti) che gli inquilini hanno deciso di presentare sul tavolo dell’Aler e del Comune dando vita a dei Comitati.
Ora, dopo la prima grande assemblea organizzata sul finire dell’anno alla Casa delle Associazioni nella torre Cimabue, qualcosa si muove: non solo il presidente dell’Aler è andato a verificare alcune delle situazioni segnalate, ma il Comune ha incontrato direttamente portavoce e rappresentanti. Mettendo in moto almeno le piccole manutenzioni, a partire dal caso di via Carpaccio, dove la protesta pubblica ha avuto inizio.
Ad occuparsi del problema sono stati gli assessori ai Servizi Sociali, Marco Fenaroli, e alla Casa, Alessandro Cantoni, insieme ai rispettivi dirigenti. «Dall’incontro con la Loggia – spiega Umberto Gobbi, voce di Diritti per tutti – sono emerse tante questioni: sono stati assunti degli impegni che devono tradursi ora in fatti. Alcuni problemi sono relativi ad inadempienze da parte di Aler, altri dipendono dalla necessità di interventi strutturali per i quali bisogna recuperare fondi. Il Comune si è impegnato a realizzare una serie di interventi piccoli ma importanti per le case popolari».
La raccolta firme
Nel frattempo, il lavoro del Comitato inquilini che si è formato in questi mesi prosegue, come pure la raccolta firme arrivata a superare, complessivamente, le 180 adesioni in soli due palazzi. «Aler ha iniziato a fare interventi alla torre Raffaello e lo riteniamo un primo risultato di questa mobilitazione partita da via Carpaccio e arrivata fino a Casazza», conferma una rappresentanza degli inquilini, presente alla conferenza stampa organizzata questa mattina ai piedi della Cimabue. «Dal Comune c’è stata apertura – conclude Cinzia, portavoce di via Carpaccio – ma speriamo che non siano solo parole». Per questo, lo sciopero del versamento delle spese condominiali prosegue: «Le verseremo a lavori conclusi».
I prossimi passi
Quali sono i prossimi passi? Per quel che riguarda la torre Cimabue, Diritti per tutti insieme ai rappresentanti del nuovo comitato inquilini consegnerà alla Loggia un dettagliato elenco delle richieste di manutenzione e l’elenco delle segnalazioni verificate (impianto di riscaldamento, porte di ingresso e citofoni rotti, ritardi nelle riparazioni degli ascensori per fare solo qualche esempio). A sua volta il Comune invierà il dossier all’Aler, chiedendo all’Azienda di provvedere subito ad eseguire gli interventi di minor entità e di presentare dei preventivi per quelli più rilevanti, così da procedere ad autorizzarli e al reperimento dei fondi.
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