A Bovezzo adesso l’Irpef è uguale per tutti: bagarre in Consiglio
Scaglioni addio: a Bovezzo l’aliquota dell’Irperf è ora per tutti allo 0,8%. Lo ha annunciato l’assessore al Bilancio, Matteo Grandelli, nel corso dell’ultimo Consiglio comunale, specificando come «al contempo viene introdotta una soglia di esenzione sotto i 9.400 euro, che è molto simile alla soglia di povertà, fissata a 9.360 euro».
In poche parole chi dichiara fino a 9.400 euro non pagherà più l’Irpef, mentre coloro che sono sopra quella cifra dovranno corrispondere lo 0,8% calcolato su tutto il reddito. Alcune categorie, va da sé, pagheranno di più.
La situazione
Secondo i dati 2022, gli ultimi disponibili, forniti dall’assessore a Bovezzo ci sono 5.546 dichiaranti. Di questi redditi il 56% proviene da lavoro dipendente che, insieme all’ammontare delle pensioni, fa quasi il 90% del totale. Il restante 10% viene da lavoro autonomo, impresa, immobiliare e altre tipologie di reddito.
Dalle stime fatte, sui 3.109 lavoratori dipendenti, 737 saranno esenti, perché dichiareranno meno di 9.400 euro e lo stesso vale per 340 pensionati del paese. Queste categorie finora, con il calcolo a scaglioni, pagavano 51,70 euro all’anno.
L’aumento
Gli aumenti riguardano, sostanzialmente, chi dichiara dai 9.400 euro in su: appena sopra questa cifra il rialzo ammonta a 14 euro annui, mentre per i redditi da 28.000 l’incremento arriva fino a un massimo di 42 euro (il massimo), circa 2,80 euro in più al mese. L’Amministrazione guidata da Sara Ghidoni ha deciso di compiere questa operazione facendo due calcoli sul gettito. «L’introduzione dell’aliquota allo 0,8% per tutti ci consentirà di introitare 100mila euro in più – ha spiegato Grandelli –, che ci permetteranno di appianare le minori entrate e maggiori spese del Comune». Una motivazione non condivisa dalle minoranze, che hanno votato a sfavore.
L’opposizione
Giuliano Nateri della civica di centrodestra ha definito la scelta della Giunta «anticostituzionale», mentre Mario Folli di «Prima Vera Bovezzo» ha osservato come «la Giunta avrebbe potuto reperire le risorse in maniera alternativa, senza andare a colpire le persone che sappiamo benissimo avere un reddito garantito sicuro e, quindi, non possono evadere». Sul capitolo evasione Grandelli ha rassicurato il Consiglio, spiegando che «è difficile che un pensionato sia un evasore, così come un lavoratore dipendente: per quest’ultima categoria gli esenti sono per lo più studenti, giovani lavoratori con contratti non stabili, part time o a chiamata».
L’assessore ha poi aggiunto che «mettere soglia 0, quindi far pagare tutti in maniera lineare, avrebbe voluto dire un incremento totale molto basso di soli 10mila euro, che, però andava a colpire quasi 100 lavoratori dipendenti e una sessantina di pensionati in più».
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