Bonus Super-Ace, la GdF sequestra in via preventiva oltre 32 milioni di euro di crediti d’imposta

La Redazione Web
Bloccati con urgenza perché ritenuti falsi e generati da soggetti in fase di identificazione. Nel mirino degli inquirenti sono finite 698 tra imprese e persone fisiche
L'inchiesta è collegata al bonus Super-Ace
L'inchiesta è collegata al bonus Super-Ace
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La Procura di Brescia, nell’ambito di un’indagine della Guardia di Finanza, ha disposto un sequestro preventivo d’urgenza di oltre 32 milioni di euro di crediti d’imposta ritenuti falsi e generati da soggetti in fase di identificazione. L’inchiesta ha messo sotto i riflettori i crediti fiscali relativi al Bonus Super-Ace.

Che cos’è Ace

L’Ace (acronimo che sta per aiuto alla crescita economica) è un’agevolazione fiscale introdotta nel 2011, poi soppressa nel 2019 e reintrodotta con la legge di bilancio 2020. Si tratta della possibilità per le aziende di dedurre dal loro reddito imponibile netto l’importo che corrisponde al rendimento figurativo degli incrementi di capitale proprio. La finalità dell’agevolazione è premiare fiscalmente chi reinveste gli utili in azienda.

L’indagine

Nel mirino degli inquirenti sono finite 698 tra imprese e persone fisiche, che dal 22 settembre 2023 al 31 dicembre 2023 hanno dichiarato di aver effettuato nel 2021 aumenti di capitale di circa 4 milioni di euro in media. «Da tali dichiarazioni telematiche è stato generato un credito “cedibile” pari a circa 100 milioni di euro. La quasi totalità dei soggetti, tuttavia, non ha presentato i bilanci di esercizio rendendo così impossibile il riscontro dell’avvenuto aumento di capitale» ricostruisce la Guardia di Finanza.

Perché il sequestro

Secondo chi indaga «la misura cautelare del sequestro d’urgenza, disposta sui 32 milioni non ancora oggetto di compensazione, si è resa necessaria per evitare l'introduzione e la circolazione, nel circuito economico legale, di crediti di imposta fittizi che avrebbero potuto essere ceduti a terzi o portati indebitamente in compensazione con debiti erariali». Le indagini proseguono per individuare gli autori della frode e ricostruirne i profitti indebitamente conseguiti e, parallelamente, sui soggetti che hanno già compensato i crediti la cui origine è stata accertata come fittizia.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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