Bombe al pentito, condanna confermata per il pasticciere
Sostanziali conferme nel processo d’appello a carico del gruppo accusato di aver preparato armi ed esplosivi per punire un pentito per conto di un clan calabrese. Una spedizione verso il paese della provincia di Belluno nel quale vive il collaboratore di giustizia, che era stata programmata e in parte messa in pratica ma che non era andata a buon fine.
Le due bombe a mano e la pistola che avrebbero dovuto essere utilizzate erano state rinvenute e sequestrate dai carabinieri.
Uno degli imputati, Gianenrico Formosa, ha ottenuto la rideterminazione della pena in 5 anni e 5 mesi a fronte dei sei anni in primo grado, mentre per un altro degli imputati, Vincendo La Rosa, la Corte d’Appello ha riconosciuto un’ulteriore aggravante e portato la condanna da 6 anni a 6 anni e 2 mesi.
Inammissibile, infine, il ricorso presentato da Massimiliano Cannatella mentre è stata confermata a 6 anni e 8 mesi la condanna per la figura centrale del gruppo, il pasticciere titolare di un attività a Brescia Francesco Candiloro.
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