Sempre più volatili scelgono il lago d'Iseo per svernare: i dati del censimento
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Anno dopo anno le Torbiere e il lago d’Iseo stanno diventando un rifugio sempre più frequentato dagli uccelli che non migrano e passano l’inverno nella nostra zona. A gennaio dell’anno scorso con il censimento internazionale Iwc (International waterbird census) se n’erano contati 4.200, mentre quest’anno si è arrivati a 5.634, a cui vanno aggiunti 1.315 aironi guardabuoi (visti solo al dormitorio delle Torbiere) e 640 cormorani (sempre del dormitorio) per un totale di oltre 7.000 esemplari.
Autore del non facile censimento è stato un gruppo di rilevatori qualificati coordinato dall’ornitologo della Riserva Paolo Trotti, composto da Daniele Vezzoli, Rossano Quirini, Antonio e Giambattista Benaglio, Mirko Speziari, Emanuele Forlani, Marco Fredi, Roberto Magnolini, Claudio Zanardini, Andrea Cagna, Adelfina Aldrovandi e Michele Terzi. Il lavoro è stato svolto tra lago e torbiera il giorno 12 gennaio, e al dormitorio il giorno 11, in contemporanea con quello realizzato sul lago di Garda.
Il censimento
I risultati registrati per ogni specie dicono che nel basso lago domina la folaga, presente con 960 esemplari, mentre le acque più a nord sono il regno dello svasso (1.131), a cui vanno aggiunti i 320 visti tra lago sud e torbiera per un totale di 1.451. Le altre colonie più numerose sono quelle dell’airone guardabuoi (1.315 capi), il numero più alto mai registrato sul Sebino, del gabbiano comune (830 capi), e del cormorano (250 capi di giorno e 640 al dormitorio). Un’altra colonia in crescita è quella del fistione turco, ormai sopra le 500 presenze, quando ancora nel 2016 non andava oltre le 35.
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Complessivamente la varietà dei pennuti acquatici svernanti è composta da 33 specie, alcune presenti con pochi esemplari e altre addirittura con uno solo, come l’anatra muta, la beccaccia, il gabbiano reale pontico, la garzetta, l’oca cignoide e l’oca domestica. Tra le specie rare l’unica avvistata è stata la moretta tabaccata, presente con due esemplari.
Per l’ornitologo Paolo Trotti, «quelle di moriglione (43), moretta (2) e canapiglia (22), tutte anatre tuffatrici, sono rilevamenti importanti perché, come svernanti, non sono avvistabili spesso. Degni di nota anche quelli in Riserva di 3 tarabusi, considerata la natura esigente di questo uccello acquatico, amante dei canneti estesi e tranquilli, che da noi comunque si accontenta di svernare e non nidifica».
Le assenze notate nel 2025 sono quelle di moretta grigia, fischione e mestolone. «La prima è una rarità - ricorda Trotti -, mentre il fischione manca da anni ed è difficile capirne il motivo, con i volatili i ragionamenti vanno fatti su larga scala. Il mestolone qualche anno si ferma e qualche anno no e potrebbe essere solo una questione di cambio di rotta».
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