Bimbi mai nati, chiesto il processo per due dirigenti del Comune
Nell’ambito della vicenda delle tombe rimosse nel riquadro dei bimbi mai nati nell’autunno del 2021 al cimitero Vantiniano, la procura di Brescia ha chiesto il rinvio a giudizio per due dirigenti del Comune di Brescia: la responsabile dei servizi cimiteriali e la dirigente del settore coordinamento amministrativo e servizi cimiteriali.
Secondo il pm Antonio Bassolino, le due dirigenti del Comune in concorso tra loro sono accusate di violazione di sepolcri, vilipendio delle tombe e vilipendio di cadavere.
Sono 16 le famiglie che risultano parti lese nel procedimento. Proprio dalla segnalazione dei genitori al Giornale di Brescia era emerso il caso, che aveva dato il via a un botta e risposta tra Loggia e genitori coinvolti. Un caso che ora rischia di finire in un’aula di tribunale.
La vicenda
Tutto ha avuto inizio a novembre 2021, quando una mamma denuncia in una lettera al nostro giornale di essere andata al cimitero Vantiniano e di non aver più trovato la tomba del figlio. «Mi sono sentita persa, non so neanche descrivere cosa ho provato» aveva detto, denunciando di non essere stata avvertita dal Comune, da poco intervenuto per le esumazioni.
Al primo appello, nei giorni successivi, se ne aggiunsero molti altri, fino a che il caso divenne di rilievo nazionale.
Interpellato per dare una spiegazione, il Comune di Brescia aveva spiegato di aver pubblicato un avviso sul sito internet più di un anno prima (il 20 ottobre 2020) e di non aver inviato comunicazioni dirette ai genitori perché non in possesso dei loro contatti, per ragioni di privacy.
Nella nota della Loggia in replica alla denuncia delle famiglie, si legge: «Non avevamo il contatto di tutti i genitori, ma per oltre 90 giorni abbiamo esposto l'avviso al cimitero».
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