Nikolajewka, in piazza Loggia le celebrazioni per l’82° anniversario
«La vicenda degli Alpini di Nikolajewka è una finestra sulle tragedie della guerra ma anche un esempio luminoso di come anche nei momenti più oscuri l’essere umano possa elevarsi con gesti di straordinaria solidarietà e fratellanza». Sono le parole con cui la sindaca di Brescia, Laura Castelletti, è intervenuta questo pomeriggio in piazza Loggia alle celebrazioni dell’82esimo anniversario della battaglia di Nikolajewka, combattuta il 26 gennaio 1943. In quell’occasione, i soldati dell’esercito italiano in ritirata dalla linea del Don riuscirono a evitare l’accerchiamento delle truppe sovietiche e a aprirsi una strada verso il ritorno in patria, alla fine di una campagna militare – quella di Russia – costata perdite altissime.
Coraggio e valore
Per la prima cittadina, Nikolajewka fu «un momento storico di profondo significato, non solo per la nostra città ma per tutta la nazione, un simbolo del coraggio e del valore del corpo alpino e una testimonianza indelebile delle atrocità della guerra. È una storia di giovani vite interrotte sotto il peso di una realtà brutale: eppure anche nei momenti più bui i nostri soldati hanno mostrato una umanità e un’umiltà che hanno trasceso confini tracciati dalle nazioni». Quei soldati «partiti dalle nostre valli, hanno lasciato un segno nella storia, combattendo non solo per la loro vita, ma anche per i valori di libertà e giustizia che definiscono la nostra comunità».
Simbolo eterno
Sotto la pioggia, questo pomeriggio, a commemorare i soldati caduti e i reduci c’erano tanti Alpini con Penne nere e labari ma anche semplici cittadini. «Nikolajewka non è solo il nome di una città su una mappa lontana, ma per noi è un simbolo eterno di ciò che stiamo stati, siamo e saremo – ha detto il comandante delle truppe alpine, generale Michele Risi –. È la storia di uomini che contro ogni logica e avversità decisero di non arrendersi per rispondere a un richiamo più grande: quello della fratellanza, del dovere, della vita stessa». Alla fine della cerimonia, ai parenti di Fausto Gamba, sottotenente bresciano del 9° Reggimento alpini e Medaglia d’oro al valor militare, morto in Ucraina nel 1942, la cui piastrina è stata di recente recuperata in Russia, è stata consegnata una pergamena in ricordo del ritrovamento del cimelio, che ora verrà trasferito a Cargnacco in Friuli, dove è sepolto il soldato.
L’alzabandiera
Prima delle celebrazioni in piazza, con la deposizione di una corona di fiori sotto la Loggia, gli Alpini si erano radunati alla scuola Nikolajewka di Mompiano, per l’alzabandiera, l’omaggio ai labari alpini e ai gonfaloni e la deposizione di fiori alla lapide che ricorda la battaglia. Il 24 gennaio cinque colonne di alpini erano partite da Vello, Leno, Manerba, Gavardo e Vestone per raggiungere poi Brescia, sede della commemorazione. «Ieri come oggi non dobbiamo avere paura e non dobbiamo pensare che la nostra missione sia finita – ha detto il presidente alla scuola Nikolajewka dell’Associazione nazionale alpini, Sebastiano Favero –. Quei reduci e soprattutto quelli che non sono tornati ci dicono ancora oggi che dobbiamo essere impegnati, non avere paura e difendere i valori fondamentali che da sempre abbiamo».
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