Bande e fanfare, la Regione dice sì al sostegno per legge

Tutelare, valorizzare e diffondere la cultura musicale amatoriale di tipo bandistico, corale, strumentale, folkloristico e delle fanfare della Lombardia. Dopo il sì del febbraio scorso della Commissione cultura, ora c’è il via libera anche del Consiglio regionale - voto salutato, nemmeno a dirlo, dalla musica di una banda -: il progetto di legge 48 di Floriano Massardi, consigliere leghista bresciano per la «Tutela, valorizzazione, promozione e sostegno alle bande musicali, fanfare, cori e gruppi folk della Lombardia» è dunque legge.
In Lombardia sono circa 1.500 le formazioni, 600 le bande e 400 gruppi corali ai quali vanno aggiunti i cori scolastici e parrocchiali, i gruppi folcloristici e le fanfare. Se invece puntiamo la lente sul Bresciano le bande sono poco meno di 140.
Obiettivi
Queste formazioni musicali di varia natura, per molti, rappresentano il primo approccio con le note e uno strumento. Alcuni di questi musicisti proseguono con lo studio fino a diventare professionisti, altri restano appassionati e amatori, suonando per tutta la vita in una compagine varia per età e competenze. E trasmettendo ciò che sanno nelle tante scuole di musica che molte bande hanno. La legge approvata ieri dell’aula di Palazzo Pirelli si pone proprio l’obiettivo di sostenere bande musicali, fanfare, cori e gruppi folk, non solo come realtà artistiche, ma come presìdi culturali e sociali.
«Scopo di questo progetto - ha detto il promotore Massardi -, è quello di salvaguardare la tradizione musicale, che è parte integrante della nostra storia, sia sociale che culturale».
Cosa prevede
Per le bande ci saranno benefici per l’attività ordinaria, ovvero circa 800mila euro all’anno per tre anni per l’attività ordinaria (spese per l’affitto dei locali, spese di trasferta, per divise e per materiali di consumo), con il rinnovo ed il potenziamento della dotazione di strumenti musicali e di tutte le apparecchiature tecniche.
Previsto anche un censimento delle bande lombarde e la creazione di una piattaforma digitale di conservazione delle registrazioni e delle trascrizioni delle composizioni musicali tradizionali in collaborazione con l’Archivio di Etnografia e Storia Sociale (Aess) di Regione Lombardia. L’obiettivo è «promuovere - dice Massadi - interventi di digitalizzazione, di formazione e di creazione di un Archivio di etnografia e storia sociale fondamentale per la riscoperta della nostra tradizione popolare».
Verrà poi istituita una «Settimana regionale della musica lombarda e dei Lombardi», che cadrà nella seconda metà del mese di giugno in coincidenza con la festa Internazionale della Musica del 21 giugno.
Del Bono
«Le bande, i cori, i gruppi folcloristici sono i luoghi dove la nostra gente convive, sta insieme, impara a rispettarsi a prescindere dalle opinioni politiche, e sono straordinarie palestre di aggregazione sociale. Per questo è stato importante votare il provvedimento unanimemente. E capita di rado, dipende da quello che sentiamo noi consiglieri. Ma la cosa peggiore era mettere una maglietta politica a questo mondo» ha detto Emilio Del Bono, vicepresidente del consiglio regionale della Lombardia.
«Volevamo una legge migliore possibile e, per quanto sia perfettibile, è un punto di caduta apprezzabile. Ma la nostra principale preoccupazione è che la norma funzioni. Il censimento previsto ci dirà che queste realtà sono più di quelle che sappiamo, in quanto estremamente diffuse sui territori, e gli stanziamenti, 350mila euro in parte corrente, temiamo che finiranno velocemente e non raggiungeranno le attese e i bisogni di tutti» ha aggiunto il vicepresidente.
«Ogni attività delle nostre comunità è accompagnata dai colori della musica, quindi la platea è larga, ma le risorse sono contenute. Il tema dell’impegno che chiedevamo con le nostre richieste era questo: diamo continuità, ma anche sostanza economica. Abbiamo avvertito che questa legge fa parte della sovrastruttura popolare della nostra terra. Con i criteri di attribuzione dobbiamo rispondere a principi di equità e presenza, anche in zone lontane. Capisco anche che i comuni facciano da mediatori in questo, ma dobbiamo stare attenti perché i criteri possono distorcere le buone volontà» ha sottolineato Del Bono.
«Ricordo, infine, che nella legge si prevede anche una parte importante, che andrà implementata, in conto capitale e servirà per gli investimenti strutturali, come ad esempio le sale prove. Questa è forse la parte più complessa perché mettere a terra risorse parziali alimenterà aspettative molto alte che rischiano di essere disattese».
Invernici
«Si tratta di un provvedimento fondamentale per proteggere e sostenere uno dei patrimoni immateriali più preziosi della nostra regione – ha commentato invece il consigliere di Fratelli d’Italia Diego Invernici –. La musica popolare è l’espressione autentica dell’identità, della memoria e del senso di comunità della Lombardia. Con questa legge riconosciamo e valorizziamo l’impegno di chi, ogni giorno, mantiene viva la tradizione musicale nei nostri territori».
«Crediamo profondamente che la cultura non sia solo nei grandi teatri, ma anche nei piccoli borghi, nei cori parrocchiali, nelle bande di paese – ha proseguito il consigliere –. La musica popolare racconta la nostra terra, le nostre radici. È una voce collettiva che merita attenzione, rispetto e sostegno. Un ringraziamento va a Floriano Massardi, primo firmatario della legge, e al collega consigliere Giacomo Zamperini, che ha dato un contributo fondamentale all’elaborazione del testo normativo, portando avanti con competenza e sensibilità le istanze di molte realtà locali. Non abbiamo solo approvato una legge: abbiamo scelto di custodire l’identità della nostra Lombardia, affinché continui a risuonare forte e chiara anche in futuro».
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