Cronaca

Attiviste perquisite, sabato presidio fuori dalla Questura di Brescia

Organizzato dal Magazzino 47, da Onda studentesca e da Diritti per tutti: «Rispondiamo all'avanzata autoritaria del Governo, fermiamo il Ddl repressione»
Una manifestante portata via dalla Polizia - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it
Una manifestante portata via dalla Polizia - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it
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«Ad ogni forma di repressione risponderemo con la lotta» è lo slogan con cui è stato indetto per sabato pomeriggio alle 15.30 un presidio di protesta davanti alla questura di Brescia dopo la denuncia di una attivista di Extinction Rebellion sul fatto che ad alcune manifestanti portate in questura sia stato chiesto di spogliarsi e di fare piegamenti.

L’appuntamento è stato organizzato dal centro autogestito Magazzino 47, dal collettivo Onda studentesca e dall’associazione Diritti per tutti e l'invito è stato postato anche da Extinction Rebellion. Si tratta di «un presidio di denuncia – hanno spiegato dall'associazione Diritti per tutti – contro gli abusi della polizia e in solidarietà agli attivisti. Insieme rispondiamo all'avanzata autoritaria del Governo, fermiamo il Ddl repressione». 

Le reazioni alla vicenda

«Nel corso delle singole perquisizioni, svolte da personale femminile per le donne, è stato chiesto di effettuare piegamenti sulle gambe al fine di rinvenire eventuali oggetti pericolosi. In ogni momento è stata salvaguardata la riservatezza e la dignità delle persone e sono state seguite le corrette procedure operative», ha sottolineato la questura.

Una giustificazione che non è servita a chiudere la vicenda. «Dalle attiviste di Brescia arriva una denuncia per una violazione che sa tanto di 2001 (il riferimento è al G8 di Genova, ndr), di un clima di intimidazione che non ha niente a che spartire con la nostra democrazia», commenta Ilaria Cucchi di Alleanza verdi sinistra, partito che ieri ha presentato un'interrogazione in merito a quanto accaduto al ministro Piantedosi.

«Se davvero quanto è emerso finora fosse successo sarebbe molto grave, perché peraltro stiamo parlando di una manifestazione in questo caso anche iper pacifica, ma anche se non lo fosse stata, un trattamento così non ha francamente nessuna giustificazione», precisa Nicola Fratoianni, leader di Sinistra italiana. Parole confermate anche da Luana Zanella, capogruppo di Avs alla Camera: «In un luogo istituzionale è stata violata e offesa concretamente e simbolicamente la dignità delle donne e il loro corpo».

I centri antiviolenza di Brescia

«Se confermati, questi fatti rappresentano gravi violazioni dei diritti umani e un utilizzo strumentale della violenza di genere come forma di controllo sociale e repressione». Così i centri antiviolenza di Brescia Butterfly, Casa delle Donne, Chiare Acque, Donne e Diritti, Rete di Daphne e Viva Donna.

«Ciò è inaccettabile in un paese democratico che ha sottoscritto la Convenzione di Istanbul e che si impegna, almeno formalmente, a contrastare ogni forma di violenza contro le donne. Riteniamo urgente e indispensabile l’apertura di un’indagine ufficiale per accertare quanto accaduto e garantire piena trasparenza. Chiediamo inoltre che vengano immediatamente adottati protocolli chiari e vincolanti, a partire dalla Questura di Brescia, per prevenire abusi di questo tipo», evidenziano le associazioni.

Altre interrogazioni

Le parlamentari del Movimento 5 Stelle Stefania Ascari, Dolores Bevilacqua, Anna Bilotti, Valentina D’Orso, Alessandra Maiorino e Daniela Morfino hanno depositato un’interrogazione al ministro dell'Interno e al ministro della Giustizia, sia alla Camera che al Senato.

«Se i fatti saranno confermati, oltre alla mancata tutela del diritto costituzionale di manifestazione pacifica, ci troviamo davanti ad abusi intollerabili che violano la dignità, il rispetto e l'uguaglianza delle persone», dichiarano le parlamentari.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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