Caso attiviste, l’Anpi: «Il Parlamento stigmatizzi quanto accaduto»
La segreteria nazionale Anpi «esprime indignazione e condanna per quanto avvenuto a Brescia a seguito di una manifestazione pacifica per Gaza, davanti all'ingresso della “Leonardo spa”, azienda produttrice di velivoli e tecnologie militari. Dopo l'identificazione, ventitré partecipanti sono stati immotivatamente trasferiti in Questura e le attiviste sono state sottoposte ad umilianti pratiche intimidatorie e offensive della dignità della persona, ascrivibili alle consuetudini dei regimi totalitari».
«L'accaduto, che va ben oltre i discutibili e reiterati comportamenti già denunciati in altre occasioni – scrive ancora l'associazione dei partigiani –, conferma le preoccupazioni circa l'intenzione del governo di introdurre nel provvedimento sulla sicurezza in discussione in Parlamento un generico “scudo penale” - nei fatti - di impunità. Qualsiasi proposta di scudo penale per gli agenti di polizia, eventualmente indagati, è un palese ostacolo alla giustizia, è un affronto alla stragrande maggioranza dei poliziotti, è in clamoroso contrasto col principio dell'eguaglianza dei cittadini davanti alla legge sancito dell'articolo 3 della Costituzione».
«Mentre le cifre fornite dal ministero dell'Interno segnalano una significativa riduzione dei reati – conclude l’Anpi –, forzare la mano per limitare e impedire le pacifiche manifestazioni di dissenso esprime intolleranza alle regole democratiche che fondano la nostra Costituzione. La segreteria nazionale Anpi chiede che venga fatta chiarezza e auspica che il Parlamento stigmatizzi modalità e comportamenti non ascrivibili alle funzioni di sicurezza di uno Stato democratico».
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