Attivista marocchino in carcere a Brescia, la figlia: «L’Italia sia corretta»

La Redazione Web
L’appello lanciato dalla famiglia di Driss Farhane, 59enne giornalista arrestato su mandato di cattura del Marocco che gli contesta il reato di tentata immigrazione clandestina
Il corridoio di un carcere - © www.giornaledibrescia.it
Il corridoio di un carcere - © www.giornaledibrescia.it
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«A nome della mia famiglia chiediamo che la Corte di giustizia italiana sia corretta con il caso di mio padre, essendo vittima di una campagna diffamatoria che ha il fine di silenziarlo». È l’appello lanciato dalla figlia di Driss Farhane, il 59enne giornalista e attivista marocchino arrestato e in carcere a Brescia su mandato di cattura del Marocco che gli contesta il reato di tentata immigrazione clandestina.

Per la famiglia è solo un modo per zittire l’attivista che attraverso il suo sito denuncia la corruzione in Marocco. Già un anno fa la Corte d’appello di Brescia aveva rigettato una richiesta di estradizione avanzata dal Marocco sostenendo che il 59enne fosse vittima di persecuzione per le sue idee.

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