L’arte al Castello Quistini di Rovato tra oro, ceramiche e rose

Castello Quistini cambia pelle: l’obiettivo della primavera per la storica dimora cinquecentesca di via Sopramura a Rovato si candida a diventare un centro nazionale dedicato a creatività, arte, benessere, artigianato e natura. Con la primavera riparte ufficialmente la stagione a porte aperte del Castello rovatese, conosciuto in passato anche come palazzo Porcellaga dal cognome del nobile Ottaviano che lo fece costruire nel 1560.
Castello Quistini, con la sua originale cinta muraria a forma di pentagono irregolare, cinque torrioni agli angoli e una torre di quattro piani posta all’interno è quasi un unicum dell’architettura castrense. Il giardino interno ospita uno dei roseti più vasti e vari d’Europa, con oltre 1.500 varietà.
La novità 2025 sono però le decine di piccoli corsi e laboratori esperienziali aperti a tutti, che richiamano a Rovato «un pubblico variegato - spiega il curatore, Andrea Mazza - in arrivo non solo da Brescia e dintorni, ma da mezzo Nord Italia, magari abbinando l’esperienza a una visita al lago d’Iseo o alla Franciacorta». A conferma del successo di questa formula c’è il sold out già fatto registrare dal primo appuntamento, quello del 23 marzo, dedicato all’antica arte botanica giapponese dell’Ikebana. Per soddisfare le varie esigenze, quest’anno sono almeno una trentina i laboratori per piccoli gruppi proposti (informazioni e iscrizioni su www.castelloquistini.com).
Proposte
«Le esperienze - aggiunge Mazza - spaziano dalla botanica all’artigianato artistico, con una forte componente esperienziale. Si va dalla potatura delle rose al Kokedama - tecnica nipponica per creare giardini sospesi - fino al terrarium, per imparare a creare un ecosistema autosufficiente in miniatura. Accanto a questi, si affiancano percorsi creativi che uniscono tradizione e innovazione, dalla decorazione dei biscotti con ghiaccia reale alla cianotipia botanica, dal ricamo su tessuto alla lavorazione della ceramica».
Tra le proposte più suggestive ci sono poi il laboratorio di Kintsugi, l’arte giapponese di riparare con l’oro, «dove il valore simbolico del lavoro artigianale si trasforma in un viaggio interiore di accettazione e rinascita», fino ai workshop di autoproduzione, dalla creazione di candele naturali e artigianali alla realizzazione di saponi naturali, fino alla modellazione della terra cruda.
Piccole nicchie che si allargano sempre più, per rendere il Castello rovatese un gioiello (non più) nascosto ma aperto e accessibile a tutti.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

@News in 5 minuti
A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.