Accusata di avere ucciso e sepolto i suoi figli, ora è ai domiciliari
Sono gli arresti domiciliari la misura di custodia cautelare disposta nei confronti di Chiara Petrolini, 22 anni, accusata dell’omicidio dei suoi due figli neonati, trovati sepolti nel giardino della villetta dove la ragazza vive con la famiglia a Vignale di Traversetolo (Parma).
Non è chiaro dove la ragazza sarà collocata nel momento in cui sarà disposta la misura cautelare.
«Ci troviamo di fronte un fatto drammatico e che suscita sgomento, al di là della rilevanza penale – ha detto il procuratore di Parma Alfonso D’Avino, nella conferenza stampa sull’arresto di Chiara Petrolini –. Per due bambini che non hanno potuto vedere la luce. Per la famiglia di una ragazza. Per un giovane che per due volte ha dovuto rinunciare alla paternità. E sgomento anche per la ragazza, che al di là delle responsabilità penali che saranno accertate, pare difficilmente decifrabile e dovrà prendere coscienza di quel che è successo».
La vicenda
Il 29 agosto è stata fatta richiesta di ordinanza di custodia al giudice per le indagini preliminari (gip) per il primo omicidio e occultamento di cadavere di un neonato, indagata Chiara Petrolini di Traversetolo. Il gip il 2 settembre ha respinto la richiesta: pur riconoscendo la gravità indiziaria, non ha ravvisato esigenze cautelari.
La Procura di Parma ha quindi fatto appello al Riesame. Poi, quando è emerso il secondo neonato la Procura ha di nuovo chiesto al gip una misura, questa volta per duplice omicidio e soppressione di cadavere e il gip ha infine condiviso i gravi indizi, riqualificando la soppressione in occultamento, ma ha ritenuto le esigenze cautelari sussistenti, salvaguardate con agli arresti domiciliari.
Anche i genitori di Chiara Petrolini inizialmente vennero indagati, per poter fare gli avvisi per gli accertamenti medico legali, in relazione alla morte del neonato trovato il 9 agosto. I due sarebbero poi risultati effettivamente non a conoscenza dei fatti. Lo dimostrerebbe una intercettazione ambientale in cui la madre chiede alla figlia, dopo il ritrovamento del primo neonato «se anche l'altra volta quando ci fu una emorragia» la ragazza era incinta. Chiara negò, ha spiegato D’Avino.
«Chiara aveva già deciso che il bambino non sarebbe sopravvissuto al parto, e tutto il percorso della gravidanza appare disseminato di indizi che conducono a questa terribile realtà», scrive il giudice nel comunicato sull’arresto.
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