Nel carcere di Canton Mombello il concerto della Kyrie Eleison Band
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Oltre le sbarre. Dentro le mura del carcere di Canton Mombello la musica diventa simbolo di speranza. Come il bucaneve, che sfida il gelo per fiorire d’inverno, anticipando la vita, per essere visibile. Don Stefano Fontana, cappellano del carcere cittadino, ha scelto il piccolo fiore, opera segno del Giubileo della Diocesi per presentare la Kyrie Eleison Band, protagonista del concerto organizzato nella casa circondariale per le festività dei Santi patroni della città, Faustino e Giovita.
Un concerto che ha regalato grandi emozioni a chi lo ha potuto vivere nel teatro del carcere e che verrà trasmesso integralmente da Teletutto questa sera alle 20.30 e in replica domenica 16 febbraio alle 11. Anche in questo contenuto è possibile vedere la diretta.
Canto dell’anima
Musica che si è fatta canto dell’anima di sei uomini che chiedono di non restare invisibili. «Le canzoni della Band - ha detto ancora don Stefano - sono preghiere in musica che accompagnano la messa domenicale. Nei testi c’è tutta la speranza di persone che nonostante tutto la speranza non l’hanno perduta, anche grazie alla fiducia ricevuta dalle istituzioni». «Padre nostro», «Alleluja», «Dio è grande, Dio è amore», «Cosa offrirti» sono solo i titoli di alcune canzoni cantate durante il concerto, scelte tra un repertorio che ne conta più di cinquanta.
«Quello di oggi (ieri, ndr) - ha detto la direttrice del carcere Francesca Paola Lucrezi - è un traguardo importante che abbiamo raggiunto insieme e grazie alla collaborazione di tanti volontari. I testi delle canzoni rappresentano per noi l’inizio dell’Anno giubilare, perché sono espressione di speranza. L’auspicio è che si possa davvero creare con il mondo là fuori quel ponte fatto di gesti concreti di solidarietà, accoglienza e condivisione».
Il vescovo
«Il nome che avete scelto - ha detto il vescovo mons. Pierantonio Tremolada, presente all’iniziativa - è significativo perché è un’invocazione al Signore: guardaci con bontà, fa’ giungere a noi il tuo sentimento di affetto. Attraverso la vostra musica - ha aggiunto - l’affetto del Signore vi attraversa e grazie a voi giunge sino a noi. Siete un dono che ci fa sentire uniti da questa benevolenza del Signore che costituisce l’anima dell’anno santo e il fondamento della nostra speranza».
«La musica è stata la salvezza per questi uomini - ha detto Kety Gavazzoli, da alcuni anni volontaria a Canton Mombello - perché ha fatto fiorire quel talento che Dio ha messo nel loro cuore per regalarlo al mondo». «C’è sempre una via di riscatto che il Signore ci dona» ha detto mons. Giambattista Francesconi, parroco di San Faustino.
Il presidente del Consiglio comunale Roberto Rossini ha ringraziato i sei musicisti, come ha fatto anche il prefetto Andrea Polichetti, che ha sottolineato: «Usciamo da qui rafforzati perché quella che ci è stata offerta è una bella testimonianza di cittadinanza. In questo carcere sono molti coloro che lavorano per restituire dignità alle persone e creare le condizioni affinché possa avvenire un reale reinserimento nella società».
Parole toccanti
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Emozionante l’intervento di Matteo Faustini, giovane cantautore bresciano che in carcere tiene laboratori di musica. «Mi piace riempire il tempo con note e parole - ha detto - e con i ragazzi del corso abbiamo scritto "Il cattivo", una canzone nella quale vedo tanti occhi che oggi sono qui». Nel testo c’è tutto il senso dell’iniziativa.
«Il cattivo» parla alla mamma, che è là fuori. Le chiede scusa per il tempo perso e per non poter essere con lei adesso: «Sono dieci anni che guardo il mondo da una piccola finestra e vedo il cielo a scacchi. Io sono il cattivo della mia storia, ma non ho più tempo, non ho più voglia di farmi male. Voglio credere in un lieto fine, in un’altra volta». Oltre le sbarre.
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