Appalti, tre arresti per una truffa che tocca anche il Bresciano

Ubaldo Vallini
Tre aziende presentavano offerte coordinate tra di loro in modo da assicurarsi la vittoria e comunque falsando la concorrenza
Appalti nella sanità, tre arresti per truffa
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C’è anche un ramo bresciano nell’inchiesta del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Modena che, dopo un controllo delle Fiamme gialle, ha portato alla custodia cautelare in carcere di tre persone accusate di aver costituito un «cartello» per aggiudicarsi appalti nell’ambito della salute pubblica.

Ciascun indagato amministrava una sua società, formalmente distinta dalle altre. Nella sostanza erano invece collegate e gestite da un unico centro decisionale. Le tre aziende venivano utilizzate contemporaneamente per partecipare a bandi di gara per la fornitura di personale medico ed infermieristico, oltre che nell’ambito della ristorazione, a strutture ospedaliere ed aziende sanitarie pubbliche di varie regioni italiane: Emilia-Romagna, Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Marche, Lazio e Molise. Venivano presentate offerte coordinate tra di loro in modo da assicurarsi la vittoria e comunque falsando la concorrenza. In alcuni casi venivano presentati allegati millantando liste di medici che, in realtà, non collaboravano con le predette società e in alcuni casi neppure sapevano di essere stati inseriti.

Nel Bresciano

Una delle sedi operative nella quale operava uno dei tre era attiva nel Bresciano, a Manerba del Garda, al quale sarebbe collegata anche la società che ha vinto recentemente l’appalto per la gestione del bicigrill di Prevalle.

Ai tre imprenditori vengono contestate l’associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei reati di turbata libertà degli incanti, frode nelle pubbliche forniture ed autoriciclaggio, nonché il decreto di sequestro preventivo emesso d’urgenza dalla Procura fino a un importo complessivo di circa quasi 4 milioni di euro.

Ottenuta l’aggiudicazione, le imprese spesso non erano in grado di garantire le prestazioni previste nel contratto, causando gravi criticità alla funzionalità delle strutture o impiegando i pochi medici disponibili in più turni lavorativi consecutivi o inviando medici non in possesso dei requisiti richiesti, causando situazioni di pericolo per i pazienti.

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