Antonia Palazzi Tosana e quella passione politica sbocciata per il voto mancato del 2 giugno 1946
Antonia Palazzi Tosana il 2 giugno 1946 aveva 20 anni. Le mancava un anno alla maggiore età e poter così entrare nel seggio e votare per la prima volta in Italia dopo la Liberazione. Un diritto che per la prima volta veniva riconosciuto anche alle donne. Un «atto mancato» che, forse, chissà, le ha permesso di far crescere quella passione per la politica che, ancora oggi, che di anni ne ha quasi 98 (si festeggia il 2 luglio) non l’abbandona. Anzi.
Staffetta partigiana, da sempre impegnata nel sociale, prima come giudice onorario al Tribunale per i minori e poi sul territorio proprio a Nave, dove ha vissuto per anni, considera le votazioni di sabato e domenica particolarmente importanti. «Sono votazioni che implicano non solo tematiche italiane – racconta al microfono di Laura Bergami che l’ha incontrata -, ma di tutti i Paesi d’Europa».
Alla domanda di che cosa le piacerebbe ricevere in dono per il suo compleanno, Antonia non esita: «Mi piacerebbe che tutti andassero a votare perché è un diritto, ma anche un dovere. E così, lancia un appello ai giovani. Anche la politica è un mezzo per farsi una propria maturità e personalità».
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