Anfo, case prese d’assalto: niente bottino, solo danni

Rumori nella notte, vetri infranti, serrature divelte. Ma più che un furto, è sembrato un assalto a vuoto. È successo ad Anfo, nella tranquilla via Santa Petronilla, dove l’alba di venerdì ha svelato la scena di un raid tanto violento quanto infruttuoso. Un’irruzione brutale che ha lasciato danni ovunque e un intero paese sotto shock.
Diverse abitazioni, alcune utilizzate solo saltuariamente, e alcuni fienili sono stati presi di mira. I ladri - o presunti tali - hanno segato sbarre, forzato ingressi, rotto finestre e messo sottosopra stanze, cassetti, armadi. Un caos totale. Ma alla fine, se ne sono andati quasi a mani vuote. Al momento, infatti, nessuno dei proprietari ha denunciato la sparizione di beni di valore. Chi ha agito sembrava alla ricerca di qualcosa - denaro, gioielli, forse oggetti rivendibili - ma non ha trovato nulla. L’impressione è quella di un colpo improvvisato, forse messo a segno da ladri inesperti o disperati. Hanno frugato ovunque, ma senza un vero piano. O magari sono stati disturbati e costretti alla fuga.
I danni però restano, e sono ingenti. Infissi distrutti, interni devastati, la quiete di una zona appartata spezzata in piena notte. Le abitazioni colpite si affacciano sulla strada che sale verso il passo del Baremone, un’area silenziosa dove difficilmente accade qualcosa. Proprio per questo, l’accaduto ha colpito ancora di più la comunità. A scoprire tutto sono stati i residenti. Il risveglio è stato amaro, segnato da rabbia e incredulità.
Non ci si aspettava un’azione simile in un posto tanto tranquillo, dove le case sono spesso vuote e dove il crimine sembra una realtà lontana. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri, gli inquirenti stanno cercando di capire se l’azione possa essere stata pianificata o se si tratti di un episodio casuale. Ad Anfo, cresce la preoccupazione. Il danno economico è importante, ma pesa soprattutto la violazione subita. Chi ha colpito non ha trovato quello che cercava, ma ha lasciato un segno profondo. E da quella notte, in paese, si dorme con un occhio aperto.
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