Amianto nella chiesa di san Francesco, decuplicati i costi per i cantieri
Un cantiere complesso, durato a lungo, e non ancora ultimato quello allestito nella chiesa di San Francesco, in città. Si è trattato non solo di un intervento di sistemazione dell’impianto di riscaldamento ma anche di un’opera di restauro e, soprattutto, di bonifica dall’amianto che ricopriva i tubi e la caldaia, interrata nel piccolo giardino sul retro.
I lavori hanno interessato spazi storici e artistici preziosi come il campanile, la cappella di San Pietro, quella di fra Giacomo Bulgaro e la sagrestia. Il primo intervento era stato progettato prima del Covid per sostituire lo scambiatore (caldaia) dell’impianto termico e la cifra, allora, si aggirava sui 30mila euro. Successivamente, però, nell’effettuare i necessari controlli di sicurezza, è emersa la presenza dell’amianto e si è dovuto ricorrere alla bonifica con costi che si sono decuplicati, fino a superare i 300mila euro.
I restauri
«Dopo la bonifica si è dovuto necessariamente ripristinare quei luoghi e restaurarli al meglio. Passaggio che, per la sagrestia, è stato abbastanza rapido, non così per il campanile e soprattutto per la cappella di San Pietro con il suo splendido affresco Trecentesco, gli stucchi e parti murarie - spiega fra Alberto Tortelli, guardiano della chiesa e del convento -. Anche la cappella di fra Giacomo è ancora interessata dai lavori che dovrebbero concludersi tra qualche settimana». Ad operare è la ditta Garattini Malzani, di concerto con la Soprintendenza. La chiesa, uno degli esempi più belli di romanico in Italia, è di proprietà del Demanio, dal 1928 gestita in toto dai frati, che si devono occupare pertanto delle spese ordinarie e straordinarie.
«Avevamo da parte qualcosa - continua fra Alberto - che sarebbe stato sufficiente per l’intervento pensato inizialmente. Viviamo di Provvidenza: grazie al sostegno dei fedeli, alle pensioni dei frati anziani e al lavoro esterno di alcuni di noi. Abbiamo sempre avuto a cuore questo luogo e adesso confidiamo nell’aiuto dei bresciani. Peraltro chi ci fa offerte a volte le destina ai poveri che assistiamo: tutti i giorni garantiamo a 15-20 persone borse piene di alimenti a lunga conservazione, con il limite di un ritiro al mese. Per il restauro della cappella di San Pietro abbiamo avuto un piccolo finanziamento dalla Fondazione Comunità Bresciana. Ma per il resto possiamo contare solo sulle nostre forze».
Chi volesse può effettuare una donazione all’Iban: IT 23H 05387 11238 000042715034, causale Erogazione liberale impianto di riscaldamento chiesa di San Francesco.
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