Al via anche a Brescia lo sciopero generale per la sicurezza sul lavoro
Al via anche a Brescia lo sciopero proclamato dal Cgil e Uil a sostegno della sicurezza del lavoro, per una «giusta riforma fiscale» e per «un nuovo modello sociale di fare impresa»: la protesta è di quattro ore per tutto il settore privato e di otto ore per l'edilizia e per l'Emilia Romagna, estensione decisa dopo il grave incidente sul lavoro accaduto alla centrale elettrica di Suviana.
In città, il corteo con circa 1500 partecipanti è partito alle 9 da piazzale Cesare Battisti, per concludersi in piazza Paolo VI dove ha preso la parola il leader della Cgil, Maurizio Landini, concludendo la manifestazione.
Cosa ha detto Landini a Brescia
«In Italia sta succedendo che si è svalutato troppo il lavoro e leggi introdotte in questi anni stanno favorendo un modello di fare impresa fondato sullo sfruttamento. Su appalti, subappalti e profitto a tutti i costi. Questa cosa danneggia i lavoratori che muoiono, si infortunano, non arrivano alla fine del mese, ma danneggia anche il Paese perché non si investe su qualità, innovazione, giustizia sociale. Bisogna dire basta». Lo ha detto da Brescia il segretario della Cgil Maurizio Landini.
«La prima cosa che chiediamo al governo è di ripristinare la legge cancellata nel 2003 che dice che il trattamento economico e normativo di tutti i lavoratori in qualsiasi appalto deve essere lo stesso» ha proseguito. «C’è bisogno di investire sui controlli – ha rimarcato Landini – servono più ispettori, serve investire su salute e sicurezza, serve superare tutte le forme di precarietà del lavoro e fare formazione». Sull’assenza della Cisl in piazza Landini ha detto che «serve l’unità dei lavoratori e bisognerebbe chiedere a chi oggi non c’è, perché ha deciso, di fronte a tanti morti sul lavoro, di non scioperare».
Bertoli e Bailo
Sul palco si sono avvicendati i segretari provinciali di Cgil e Uil, Francesco Bertoli e Mario Bailo, e altri dirigenti sindacali.
«Il sindacato deve stare in piazza non dietro le scrivanie», ha rimarcato Mario Bailo della Uil, che ai colleghi della Cisl ha lanciato una stoccata: «Quando lo farete mai uno sciopero. L’avete cancellato dal vostro vocabolario». «Purtroppo - ha affermato Bertoli - registriamo morti sul lavoro tutti i giorni. Siamo ad un livello non accettabile. Ci rivolgiamo sì al governo, ma in particolare alle imprese che si affidano a troppi subappalti e alla troppa precarietà».
L’impatto dello sciopero sui trasporti
Per quanto riguarda i trasporti, spiegano i sindacati, lo sciopero è stato articolato a livello territoriale per i mezzi pubblici. Nel trasporto ferroviario è previsto uno stop per il personale addetto alla circolazione dei treni dalle 9.01 alle 13. Sono assicurati i treni garantiti, comunicati dalle Società ferroviarie come servizi minimi. Lo stop interessa anche il trasporto merci su rotaia. Il personale addetto agli appalti ferroviari sia di terra (pulizia treni, stazioni, uffici e servizi accessori) sia viaggiante (ristorazione, pulizia a bordo treno e accompagnamento treni notte) si ferma il secondo mezzo turno di lavoro, compreso nella giornata dell'11 aprile.
Nel trasporto pubblico locale lo stop di 4 ore nella maggior parte dei casi non è in concomitanza con quello dei treni. Scioperano per le prime 4 ore del turno di lavoro il personale del settore trasporto merci e logistica, dei porti, degli impianti a fune, dei trasporti funebri, delle guardie ai fuochi. Per le ultime quattro ore di ciascun turno di lavoro stop agli addetti alla viabilità di autostrade e Anas (verranno garantiti i servizi minimi funzionali ad assicurare la sicurezza della circolazione stradale). È escluso dall'adesione l'intero comparto del trasporto aereo.
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