Al Foppa contro il femminicidio c’è il Muro delle Bambole
Il 20 novembre 2015 Pinky è sopravvissuta al tentativo del marito di darle fuoco avanti ai figli per annientare il suo desiderio di indipendenza e di libertà. È diventata un simbolo potente, testimonianza che dall’orrore e dalla violenza si può uscire.
Certo non da soli. Con l’aiuto degli altri, delle tante realtà che sono a fianco delle donne vittime di violenza. C’era anche lei stamattina nel teatro del Gruppo Foppa, in via Cremona, per parlare di due progetti sviluppati insieme al Comune di Brescia, all’Associazione Wall of Dolls e Korian Residenza Vittoria. In comune, hanno l’arte come strumento di sensibilizzazione, educazione, cambiamento culturale.
L’installazione
Il Muro delle Bambole, l’installazione permanente ideata da Wall of Dolls e Jo Squillo a Milano, nel 2014, e arrivata a Brescia nel 2019, prima in via Gambara, vicino al Tribunale e poi nella sede di Korian Residenza Vittoria in via Calatafimi, ora è stata portata nella sede del Foppa, in via Cremona. Gli studenti del liceo artistico l’hanno reinterpretata in chiave contemporanea: formelle in terracotta raffigurano volti femminili bidimensionali in una sequenza di colori diversi e bambole che si tengono per mano, esprimendo amicizia, senso civico e comunione.
Pinky è responsabile di Wall of Dolls a Brescia. «Ho portato il muro delle bambole a Brescia perché volevo dare un segnale forte – ha sottolineato –. Sono stata vittima di violenza, sono stata bruciata viva davanti ai miei figli. Anche loro sono vittime e portano i segni ancora oggi. Nel momento più oscuro della mia vita è apparso Wall of Dolls e mi ha tirato fuori dal tunnel. Oltre alla violenza fisica ho subito la violenza psicologica. Mi faceva sentire sbagliata. Con il tempo ho capito che non ero io quella sbagliata. Io ce l'ho fatta, sono orgogliosa di me e del percorso che ho fatto. Non abbiate paura di chiedere aiuto».
Francesca Carollo, giornalista e presidente di Wall of Dolls ha aggiunto: «Abbiamo portato l’installazione in una scuola. Quello che ci è sempre interessato è lavorare sulla cultura, sui ragazzi e sulle giovani generazioni». L’altro progetto è una campagna di comunicazione e sensibilizzazione contro la violenza sulle donne, ispirata alla Convenzione di Istanbul e realizzata dalle studenti e studentesse del secondo e terzo anno della Scuola di grafica dell’Accademia SantaGiulia coordinati dalla professoressa Francesca Rosina.
Per la città
Trentatré dei manifesti realizzati sono esposti da oggi in altrettanti quartieri della città. Una delle opere è stata inoltre selezionata da Brescia Mobilità per essere esposta sugli schermi delle stazioni della metro e sulle bacheche e pensiline delle fermate degli autobus. «Le realtà del Gruppo Foppa sono impegnata da sempre nella sensibilizzazione contro la violenza sulle donne – ha sottolineato Benedetta Albini, direttore organizzativo e delle risorse umane del Gruppo Foppa –. I due progetti hanno alcuni temi in comune: i giovani protagonisti e l’arte come strumento per veicolare il messaggio».
L’assessora alle Pari Opportunità, Anna Frattini, ha ricordato: «Oggi i dati ci dicono che purtroppo l’età delle persone coinvolte negli atti di violenza contro le donne è sempre più bassa. E questo sollecita a partire sempre prima con le iniziative di sensibilizzazione».
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