«Al di là della rete», se l’accoglienza si pratica su un campo da calcio
Al di là della rete spesso c’è qualcuno che ci somiglia, anche se parla un’altra lingua, e una cosa semplice, come un pallone, può colmare le distanze.
Il progetto «Al di là della rete, lo sport unisce», presentato stamattina nel Campus di via Garzetta della Cattolica, è nato così, da uno sguardo “oltre la rete” nel verso senso della parola. Confinante con l’Ateneo a Mompiano, infatti, c’è un Centro di accoglienza della Caritas diocesana che ospitata ragazzi di origine africana, tra i 18 e i 30 anni, richiedenti asilo politico. La vicinanza è tale che tra gli studenti e gli ospiti del Centro si era stabilito un legame di sguardi e curiosità reciproca. Così, tra novembre e dicembre, è nata l’idea di conoscersi, e un gruppo di 12 studentesse del corso magistrale in psicologia clinica, gruppi, organizzazioni e comunità ha partecipato a un service learnig nel Centro, al termine del quale si è deciso di organizzare un torneo di calcio a 5 nel campo dell’università, con quattro squadre miste studenti-richiedenti asilo, il 16, 18 e 22 aprile dalle 18 alle 21, con festa finale.
Il progetto è promosso dalla Cattolica di Brescia con il Centro studi sul volontariato e la partecipazione sociale (Cesvopas), Educatt Brescia, YOUng Caritas Brescia, la cooperativa sociale Kemay e il sostegno della Pro Loco di Mompiano. «Da qualche tempo vedevamo i ragazzi al di là della recinzione - spiega la professoressa Livia Cadei, direttrice del Cesvopas, -. Alcune ragazze hanno deciso di elaborare con me il progetto nell’hub Caritas. Vedendo poi i ragazzi del Centro fare sport e avendo noi un ottimo campo di calcio è stato facile pensare a uno scambio con allenamenti e poi un torneo. Lo sport è il pretesto per l’incontro tra culture e lo scambio».
A facilitare l’organizzazione ci ha pensato Educatt, col suo progetto «Sport in Campus», mentre la ProLoco di Mompiano ha raccolto fondi con il ricavato di un mercatino del riuso. «Abbiamo accettato volentieri la proposta della professoressa Cadei – ha detto il responsabile di YOUng Caritas Brescia Diego Mesa –, perché rispondeva alla potenzialità inespressa di una realtà strutturata da poco, con dei giovani e la necessità di lavorare meglio sull’incontro. È un progetto di scambio culturale a tutto tondo».
I richiedenti asilo che hanno aderito al torneo sono 15, tra i 18 e i 25 anni, e da un paio di settimane già si allenano con i compagni della squadra Educatt. La scelta di squadre miste va nella direzione della conoscenza tra gli studenti italiani e i giovani del centro, gestito per la Caritas dalla cooperativa Kemay: «Questo progetto è sintomo della capacità di vedere nella rete un elemento che può determinare uno scambio invece che la creazione di identità distinte», ha commentato il presidente della cooperativa Stefano Savoldi
Sul tema del service learnig, inoltre, l’11 aprile dalle 10 alle 18 si terrà un convegno internazionale nella sede di via Trieste, dal titolo «Dare valore al service learning». È possibile iscriversi a questo link.
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