Aggressioni e rapine in Stazione: gli ultimi episodi a Brescia
![La Stazione ferroviaria di Brescia - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it](https://api.gdb.atexcloud.io/image-service/view/acePublic/alias/contentid/1h2uycu88ig79uqeg2f/0/la-stazione-ferroviaria-di-brescia.webp?f=16%3A9&w=826)
Uno degli ultimi episodi si è consumato esattamente due settimane fa: il «branco» che accerchia la Polizia di Stato, la colluttazione, l’arresto e due agenti medicati in pronto soccorso. Tra rapine e aggressioni, sono molteplici i casi di violenza che si sono verificati soltanto nelle ultime settimane nella zona della stazione ferroviaria di Brescia. Un tema sul quale le istituzioni hanno acceso da tempo i riflettori: proprio oggi, in Prefettura, il Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica si è riunito per definire nuove strategie e rafforzare i controlli in quell’area.
Picchiato il capotreno
Nove gennaio, poco dopo le 22. Un capannello di ragazzi appena maggiorenni comincia ad azzuffarsi nel piazzale. La lite degenera, quattro o cinque di loro si accaniscono su un giovane che, messo alle strette, fugge all’interno della stazione. Imbocca il tunnel, sale verso i binari e si rifugia all’interno di un convoglio Trenord appena giunto da Verona e diretto a Milano. Il treno però non riparte subito, e consente agli inseguitori di raggiungerlo. Altre botte. Interviene il capotreno, che prova a sedare la rissa. Il tentativo non riesce e pure il malcapitato riceve calci, pugni, morsi e spintoni. Viene colpito al torace. Quando intervengono gli agenti della Polfer e le pattuglie del Radiomobile dei carabinieri qualcuno riesce a fuggire, altri vengono identificati. Nessuno riporta gravi ferite, ma la ripartenza del treno slitta per consentire le cure al ferroviere e la pulizia del convoglio.
Giovani pestati e rapinati
Sei giorni più tardi, stesso orario. Un 29enne di origini marocchine, non residente a Brescia, inganna il tempo in attesa dell’autobus con il quale ha programmato di raggiungere la famiglia. Acquista un pacchetto di sigarette sotto al portico e viene avvicinato da un uomo più giovane. Un tunisino, stando alla testimonianza della vittima, che giura di aver riconosciuto l’accento. Lui gliela offre e, in un baleno, tutto precipita. L’aggressore lo spintona, poi lo colpisce al volto. Il 29enne non ha tempo per reagire: spuntano altri cinque ragazzi che lo schiacciano contro le vetrine dei negozi. Gli sfilano il portafogli, lui si divincola per un istante ma è costretto a cedere anche il giubbotto, all’altezza dell’uscita del parcheggio sotterraneo. Il gruppo si dilegua e il 29enne, stretto nella sua t-shirt – l’unico indumento rimastogli – denuncia il fatto ai carabinieri. Una decina di giorni prima, tra il piazzale e via Solferino, due minorenni erano stati vittima di un’altra rapina. In quel caso l’intervento di un conoscente, che aveva offerto loro rifugio in casa, aveva risparmiato a entrambi il pestaggio.
Anche gli agenti nel mirino
Veniamo al ventitré gennaio. Qui sono addirittura due agenti a finire in ospedale con diverse escoriazioni. È giovedì sera, una pattuglia del Commissariato Carmine della Polizia di Stato sta eseguendo dei controlli. Individuano due soggetti stranieri sui quali grava un decreto di rintraccio: a entrambi dev’essere notificata un’elezione di domicilio per una precedente questione con la giustizia. La situazione è tranquilla, i due prendono posto sull’auto di servizio per essere trasferiti in Questura a espletare le formalità burocratiche previste in casi come questo. Nulla lascia presagire quel che accade nei frangenti successivi.
Attirato dalla scena, un gruppo di «maranza» circonda i poliziotti ed esige la liberazione dei due individui. Gli agenti si parano davanti alle portiere e allertano i colleghi, chiedendo rinforzi. Qualcuno prende a manate l’auto. Il più agitato è un tunisino 17enne, che si fionda su uno dei poliziotti. Il collega interviene e lo ammanetta faticosamente. Convergono in stazione le pattuglie che stavano presidiando altre zone della città: alcuni riescono a fuggire, dieci vengono identificati. Gli agenti se la cavano con ferite lievi.
Lo spray al peperoncino
Il fatto più recente risale al primo febbraio. Qui entra in gioco uno spray al peperoncino, elemento ricorrente nelle vicende di cronaca cittadine negli ultimi giorni, soprattutto a scuola. Lo schema è il solito: il «branco» contro uno. Ci troviamo sempre sul piazzale, sono le 21.45. Le tenebre calate da qualche ora sulla stazione offrono la sponda al gruppo, poco meno di una dozzina di giovani, di prendere di mira un 30enne marocchino. Lo fermano con una scusa e gli sottraggono del denaro, stordendolo con lo spray. Poi fuggono, facendo perdere le proprie tracce. L’ennesimo episodio di violenza, nella «zona rossa» di Brescia.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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