Aggressioni canine: cause, contromisure e implicazioni legali

Edoardo Viola
Un problema complesso e delicato che suscita preoccupazione nell’opinione pubblica
Un cane con comportamenti aggressivi
Un cane con comportamenti aggressivi
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Le aggressioni da parte dei cani, sia verso i loro padroni che verso estranei, rappresentano un problema complesso e delicato che suscita preoccupazione nell’opinione pubblica. Comprendere le cause di tali comportamenti, le possibili contromisure, il quadro normativo vigente e le conseguenze per l’animale e il proprietario è fondamentale per affrontare questa situazione.

Come e perché avvengono

Le ragioni che possono portare un cane ad aggredire sono molteplici e spesso interconnesse. È importante sottolineare che l’aggressività non è una caratteristica intrinseca di una specifica razza, sebbene alcune predisposizioni genetiche possano influenzare la probabilità di manifestare determinati comportamenti.

Tra i fattori scatenanti più comuni troviamo la paura. Un cane che si sente minacciato, intrappolato o spaventato può reagire aggressivamente come meccanismo di autodifesa. Questa reazione può essere innescata da persone sconosciute, rumori forti, movimenti improvvisi o anche dalla presenza di altri animali. Un’altra causa è la volontà di proteggere ciò che considerano di loro proprietà, come cibo, giocattoli, la cuccia o il loro territorio (inclusi i membri del loro gruppo sociale, umani o animali).

In alcuni casi, invece, un cane che prova dolore a causa di una malattia o di una ferita può diventare più irritabile del normale e reagire al contatto. Sebbene meno comune nei contesti domestici, un’altra causa è l’aggressività predatoria, dovuta all’istinto, che può portare ad inseguire e mordere oggetti in movimento o animali. Un fattore sono anche i problemi di socializzazione nei cani che non sono stati abituati durante il loro periodo sensibile (generalmente tra le 3 e le 16 settimane di età) al contatto con animali, persone o ambienti sconosciuti.

In rari casi, l’aggressività è dovuta ad alcune condizioni mediche o neurologiche. Infine, una gestione inadeguata da parte dell’uomo come l’uso di metodi di addestramento coercitivi, la mancanza di esercizio fisico e mentale, l’isolamento sociale e la trascuratezza possono aumentare il livello di stress e frustrazione del cane, predisponendolo al diventare violento e pericoloso.

Un cane tenuto legato
Un cane tenuto legato

Possibili contromisure

La prevenzione è l’arma più efficace contro le aggressioni canine e diverse sono le contromisure che possono essere adottate. 

Esporre il cucciolo a una varietà di persone, animali, ambienti e suoni in modo positivo e controllato durante il periodo sensibile è cruciale per la visione dell’animale del mondo esterno. Molto utile sarebbe inoltre l’addestramento basato sul rinforzo positivo ovvero utilizzare metodi gentili e basati sulla ricompensa costruendo un rapporto di fiducia e collaborazione tra cane e proprietario.

Un cane durante l'addestramento
Un cane durante l'addestramento

È molto importante inoltre riconoscere i segnali di stress e disagio dell’animale attraverso il linguaggio del corpo (ringhio, labbra arricciate, postura rigida, orecchie abbassate, ecc.) permettendo di intervenire tempestivamente per evitare che la situazione degeneri. Qualora i comportamenti del cane dovessero essere ingestibili è necessario l’intervento di professionisti come veterinari comportamentalisti o educatori cinofili esperti per una valutazione approfondita e un piano personalizzato per affrontare la situazione. 

Cosa dice la legge

In Italia, la responsabilità civile e penale per i danni causati da un cane ricade sempre sul proprietario o su chi ne ha la custodia al momento dell’evento. L’ordinanza del Ministero della Salute del 6 agosto 2013, prorogata nel tempo, stabilisce che il proprietario è responsabile del benessere, del controllo e della conduzione dell’animale e risponde sia civilmente che penalmente dei danni o lesioni a persone, animali o cose provocate dal proprio cane.

Non esiste più una lista ufficiale di «razze pericolose», la legge si sofferma sulla responsabilità individuale del proprietario e sulla necessità di adottare tutte le misure idonee a prevenire aggressioni.

In caso di morsicatura o aggressione, scattano diverse implicazioni legali: il proprietario è tenuto a risarcire i danni materiali e morali subiti dalla vittima. A seconda della gravità dell’episodio, il proprietario può essere perseguito penalmente per lesioni colpose o per altri reati. La legge impone inoltre ai possessori di cani specifici obblighi, come l'iscrizione all’anagrafe canina, l’applicazione del microchip, l’utilizzo del guinzaglio (di lunghezza non superiore a 1,5 metri) e la disponibilità della museruola da utilizzare in caso di necessità.

In caso di aggressione, i servizi veterinari possono intervenire per valutare il cane e disporre misure di controllo o rieducazione comportamentale. In casi estremi, e solo se sussiste un reale pericolo per l’incolumità pubblica, può essere disposta l’eutanasia dell’animale.

In conclusione, le aggressioni canine sono un problema complesso che richiede un approccio basato sulla prevenzione, sulla gestione responsabile degli animali, sulla conoscenza del quadro normativo e sulla collaborazione tra proprietari, professionisti del settore e autorità competenti. Solo attraverso una maggiore consapevolezza e un impegno collettivo è possibile ridurre il rischio di tali episodi e promuovere una convivenza sicura e positiva tra uomo e cane.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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