«Aggiungi un posto a mensa», Bottonaga aiuta le famiglie in difficoltà

L’associazione del quartiere Don Bosco di Brescia da tre anni si impegna nella raccolta fondi per sostenere le famiglie che non riescono ad affrontare la spesa per il pranzo dei propri figli
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A Bottonaga non si serve pane e olio ai bambini le cui famiglie non riescono a pagare la quota per la mensa, come avrebbero fatto a Montevarchi, in provincia di Arezzo, prima di un meditato dietrofront. Nel quartiere Don Bosco infatti c’è l’associazione Amici di Bottonaga che da tre anni si impegna in una campagna di raccolta fondi per sostenere quelle famiglie che stanno vivendo difficoltà economiche e non riescono ad affrontare la spesa per il pranzo dei propri figli insieme agli altri compagni di classe, uno dei momenti fondamentali per la socialità, l’inclusione e la crescita di un bambino.

A Bottonaga si rinnova «Aggiungi un posto a mensa», progetto – sostenuto anche dalla Società San Vincenzo de’ Paoli-Conferenza Maria Ausiliatrice, dalla Parrocchia Don Bosco, dal Centro culturale islamico, dai Servizi sociali e scolastici del Comune – che quest’anno consentirà a venti alunni delle primarie Crispi e Canossi di potersi sedere a tavola con gli altri compagni.

I numeri 

La spesa per 22 ragazzi nell’anno 2022/23 era stata di 6.881 euro, nel 2023/24 per 21 scolari era stata di 5.870 euro; quest’anno per la prima rata sono già stati versati 1.567,08 euro, ma ne restano ancora tre da coprire e pertanto l’invito che arriva da Maurizio Zanini e dal presidente degli Amici, Arturo Dallari, è quello di contribuire con una donazione.

«Le regole che il Comune ha sono molto rigide: chi ha more con l’ente – ha spiegato l’assessore Fenaroli – non ha diritto a usufruire di servizi come la mensa, mentre questo progetto consente di non lasciar fuori nessuno. Ritengo che l’essere esclusi da un servizio come la mensa, ad un bimbo rimanga addosso come uno stigma. Mi auguro che altri quartieri seguano l’esempio di Don Bosco».

E, come affermato dalla consigliera Raisa Labaran, vicepresidente del centro islamico, «per una Brescia reale e inclusiva si deve passare da gesti concreti come questi. I nostri fedeli si impegnano con responsabilità». «Siamo partiti dall’ascolto di un bisogno che arriva dal territorio – ha concluso Valeria Callegari della San Vincenzo –. Socializzare per i bambini è fondamentale».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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