Adunata degli alpini, il nostro racconto da Vicenza del secondo giorno
Continua la 95esima adunata degli alpini a Vicenza, così come prosegue il racconto dell’Editoriale Bresciana e del suo team, formato da giornalisti, operatori e fotografi.
Di seguito gli aggiornamenti in tempo reale della seconda giornata.
Ore 19 – Collegamenti ripristinati
Ce l’abbiamo fatta. Il collegamento nel tg delle 19.30 si è svolto senza intoppi, la composizione del giornale di domani anche. La tempesta magnetica ci ha fatto tremare ma è bene ciò che finisce bene. E noi possiamo continuare a lavorare. Dal colonnato della Basilica Palladiana, polo espositivo che arricchisce l’offerta dei civici musei, Vicenza si manifesta colorata e chiassosa. Fanfare alternate a karaoke, birra mescolata a vino. L’eco della piazza e delle vie limitrofe arriva fin quassù. Così la città-simbolo della vena artistica dell’architetto rinascimentale Palladio si appresta a vivere la sua seconda notte alpina.
Ore 18 – Tempesta solare
Ci mancava solo la tempesta solare! Sistemi di trasmissione in tilt a causa di una perturbazione magnetica che si è abbattuta sull’Italia. E Vicenza non fa eccezione. Se il fenomeno non è percepibile per le migliaia di persone che hanno invaso la città del Palladio, chi come noi lavora e si affida alla tecnologia rischia di avere il fiato corto: sono bloccati i trasferimenti file audio e video. Impossibile entrare nei sistemi editoriali per trasmettere testi e foto. Ad Udine, lo scorso anno, il problema era stato il maltempo. Anche questo non poco penalizzante.
Qui a Vicenza invece il sole è terso e stava filando tutto liscio. Ma si è scatenata questa perturbazione magnetica (ampiamente annunciata ma sottovalutata per la sua dimensione) che ha mandato in tilt, a ritmo alternato, ogni forma di collegamento che si appoggia sui satelliti. Tutto si fa più difficile. Ci aggrappiamo ai momenti di quiete e di collegamenti a si ghiozzo. Speriamo di farcela. Stasera dalle 20.30 abbiamo due ore di diretta ed è in programma anche un collegamento satellitare nel tg di Teletutto della sera. Incrociamo le dita.
Ore 16 – Strade invase
Telefoni e telecamere surriscaldate, come i nostri corpi. Fa molto caldo e la morsa della ressa che ha invaso viali e viuzze di Vicenza rende gli spostamenti una vera impresa. Gremito all’inverosimile anche il Duomo, per la Messa di benvenuti agli Alpini. Ad ogni angolo echeggiano canti corali ed esibizioni di fanfare, è la prova generale di quello che si scatenerà all’imbrunire, con i tanti concerti programmati un po’ ovunque. Impossibile seguirli tutti. Sappiamo di deludere tanti, e ci dispiace, ma non possiamo fare diversamente.
Anche i ranci sono contesi: al nostro quartier generale piovono inviti e ci dividiamo per cogliere istantanee di vita di comunità nei campi e nelle tavolate imbandite. E così ci sediamo con la fanfara Tridentina, che ci regala anche brani da pelle d’oca. E poi gli alpini di Serle, con il loro spiedo doc che richiama anche i colleghi del Giornale di Vicenza.
Ci sono poi quelli di Idro e Gavardo, pronti a mettere su il caffè per la nostra troupe. Il tempo corre e l’invasione delle penne nere si fa sempre più visibile. Ci vogliono mezzore per percorrere anche poche centinaia di metri. Nel nostro quartier generale provvisorio, in piazza del Castello, arrivano un crescendo di video, foto e testimonianze da smistare su sito e social, tv e giornale di domani.
A piedi, con la mano sul cuore
Tra le tante storie quella di Aldo e Alberto, alpini di Ome, e dell’amico Mario di Bassano. Loro a Vicenza ci sono arrivati dopo un cammino a piedi sul filo della memoria. Lungo il loro percorso - partenza dal Ponte di Bassano - hanno toccato i 4 sacrari della Prima grande Guerra percorrendo i sentieri dell’Alta via: Monte Grappa, Asiago, Monte Cimone e Pasubio .
Ore 12 – Nikolajewka
Brescia, Vicenza e Nikolajewka. C’è un intreccio di storie nell’omaggio al monumento ai caduti di Vicenza, gruppo Alpini Borgo Casale.
Proprio qui 33 anni fa, nel 1991, la sezione di Brescia degli alpini iniziò questa tradizione che non si è mai più fermata. E lo fece a Vicenza per un motivo: il monumento ai caduti omaggiato dagli alpini bresciani, ricorda 2519 giovani vicentini che persero la vita nella battaglia di Nikolajewka e dalla Russia non fecero più ritorno. A ricordo di quei caduti, il monumento è abbellito da lapidi, targhe e persino una cripta incastonata nella roccia contenente la terra russa.
Un legame profondo tra le due città, Vicenza e Brescia, unite nella tragedia della guerra e nella memoria di ciò che non deve più ripetersi. Un auspicio che si rinnova ma che suona amaro, visto che quella stessa terra è purtroppo teatro di un nuovo conflitto. Ma i «nostri» non demordono, ed eccoli sfilate tutti insieme, accompagnati anche dal tricolore di una delegazione e di sindaci. Tre sezioni unite per accogliere e rilanciare il motto dell’Adunata: il sogno di Pace degli alpini.
Ore 10 – Il ricordo ai caduti
Alle 10 piazza Matteotti si riempie di alpini e gagliardetti. La giornata dell’omaggio che le penne nere bresciane rendono ai caduti vicentini. Sono tutti rappresentati: quelli che fanno capo alla Sezione di Brescia ma anche della Monte Suello e della Valcamonica.
L’iniziativa della sfilata fino al monumento ai caduti si rinnova ogni anno, nella giornata di vigilia del serpentone degli alpini d’Italia in marcia. La prima volta avvenne proprio a Vicenza, per iniziativa degli alpini bresciani. Via via si sono aggregati anche quelli delle altre province, segno tangibile di una fratellanza che va ben oltre l’organizzazione associativa.
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