Adunata alpina del 2026, dalla Loggia un sostegno convinto per Brescia

Roberto Manieri-Antonio Borrelli
La sindaca Castelletti abbraccia l’ipotesi di accogliere le Penne nere nella nostra città. L’impegno di tutte le sezioni
Il passaggio delle Penne nere nella sfilata lungo il ring tra due ali di folla nel 2000 - Foto © www.giornaledibrescia.it
Il passaggio delle Penne nere nella sfilata lungo il ring tra due ali di folla nel 2000 - Foto © www.giornaledibrescia.it
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L’entusiasmo e l’impegno. Per un traguardo ritenuto davvero a portata di mano. La notizia della candidatura di Brescia ad ospitare l’Adunata nazionale degli alpini del 2026, «sposata» ufficialmente dalle Sezioni Ana che fanno capo al Secondo Raggruppamento (vale a dire quelle di Lombardia ed Emilia Romagna), accende in città e provincia un clima di fiduciosa attesa, in vista della decisione che verrà presa in ottobre dal Consiglio nazionale dell’Associazione nazionale alpini.

Il Comune

L'Adunata degli alpini a Brescia nel 2000 - Foto © www.giornaledibrescia.it
L'Adunata degli alpini a Brescia nel 2000 - Foto © www.giornaledibrescia.it

La sindaca di Brescia Laura Castelletti si mostra galvanizzata dall’idea, anche ricordando l’ultimo grande appuntamento in città che ha visto protagoniste le Penne Nere di tutta Italia in sfilata: «Nel 2000 l’Adunata è stata vissuta dai bresciani con grande entusiasmo. Gli alpini peraltro nel nostro territorio sono una presenza significativa con il loro impegno legato alla solidarietà». Dalla Loggia nessuna illusione circa il fatto che la decisione sia scontata, ma la certezza che Brescia potrà competere con grandi chance con le rivali Genova e Matera, le altre due città in lizza per l’Adunata 2026: «Siamo in contatto con il comitato bresciano – continua la sindaca – e abbiamo condiviso la scelta di candidarci per il 2026 che abbiamo sostenuto anche attraverso una lettera inviata come Amministrazione. Adesso dipenderà dalle scelte a livello nazionale. Saremmo molto felici di averli qua nel 2026». Se dovesse spuntarla, Brescia potrebbe godere di un secondo grande evento in pochi anni, dopo il grandissimo successo della Capitale italiana della Cultura 2023.

Le voci

Quella del 2026 sarebbe l’Adunata di tutti gli alpini bresciani, comprendendo non solo la Sezione di Brescia, guidata da Gian Battista Turrini (le cui valutazioni abbiamo riportato sul giornale di ieri), ma anche quelle di Salò e di Vallecamonica. «Sino ad ora – osserva Sergio Poinelli, presidente della Monte Suello – i risultati sono frutto di un impegno congiunto, ma la certezza che abbiamo è che nessuno tra le istituzioni e le realtà dell’Ana si tirerà indietro sino al traguardo del ritorno dell’Adunata a Brescia nel 2026». Poinelli, pur nella pacatezza propria dei vertici Ana, è molto più che fiducioso: «Non è solo una speranza: ci sono tutte le condizioni affinché Brescia possa ospitare l’Adunata alpina del 2026. Ora questi sono i mesi di preparazione degli atti e dei documenti tecnici, delle delibere e dell’assenso esplicito all’accoglienza delle Penne nere, ma molto è stato fatto e il voto all’unanimità al Secondo Raggruppamento dell’altro giorno è davvero emblematico». Gli fa eco Ciro Ballardini, presidente della Sezione Vallecamonica: «Potremmo dire che la nostra strada da ora è in discesa e se dovessimo scommettere sull’appuntamento a Brescia nel 2026 potremmo esprimere con entusiasmo molto più che un cauto ottimismo. La certezza non c’è ancora, ma gli ostacoli non sembrano insormontabili».

Alpini in via Gramsci nel 2000 in attesa della sfilata della domenica - Foto © www.giornaledibrescia.it
Alpini in via Gramsci nel 2000 in attesa della sfilata della domenica - Foto © www.giornaledibrescia.it

I pro e i contro

La considerazione muove dal fatto che nel 2024 l’Adunata sarà a Vicenza (che fa parte del Terzo Raggruppamento) e nel 2025 a Biella (Primo Raggruppamento). Genova, in lizza contro Brescia con Matera, è ancora una volta del Primo Raggruppamento, mentre Matera è del Quarto, ma potrebbe essere penalizzata da problemi logistici per garantire l’accoglienza e i trasporti. Da qui l’ottimismo che alberga in Turrini, Ballardini e Poinelli.

Certo, se tutto andrà nella direzione sperata si tratterà poi di «gestire» un evento di tale portata: «I nostri numeri si vanno riducendo e molte cose sono cambiate da quel 2000 che vide Brescia al centro del mondo alpino» commentano i presidenti. Sono cambiati i numeri, le adesioni, la voglia di vivere l’esperienza dell’accampamento, le esigenze delle persone. Si tratta di ospitare circa trecentomila persone, delle quali 80mila sfilano: un impegno gravoso, che ha dei costi organizzativi (circa 1,4 milioni) ma anche – ed è per questo che l’Adunata è ambita – ricadute economiche molto significative: a Rimini lo scorso anno sono state calcolate in oltre 150 milioni di euro.

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