Addio ad Agostino Campetti, leggenda della vela e maestro d’ascia

I novantatrè anni li aveva festeggiati di recente, ma stava già male. «L’Ago», principe, o doge, di Villa di Gargnano, però, ragazzo lo era ancora: sorridente, scanzonato, dolcemente ruvido e bonario, anche quando fingeva di essere burbero. Agostino Campetti era un grande velista e maestro d’ascia e nel tempo libero progettista di modelli di barche in miniatura, perfette repliche in scala di quelle che hanno fatto la storia della Centomiglia. In questi mesi stava realizzando una Cassiopea in miniatura, ma se ne è andato ieri mattina.
Ogni pomeriggio con il binocolo in mano, dal balcone di casa Agostino Campetti scrutava l’orizzonte, anticipando l’arrivo dei venti e dei temporali. «Guascone, spensierato e irriverente» lo ricorda un grande amico, Francesco Capuccini presidente del Circolo Vela Gargnano che con Ago ha più volte navigato e progettato nuovi percorsi.
Fino a poche settimane fa lo si vedeva arrivare in Vespa al porto di Bogliaco per le due chiacchiere e le consuete discussioni su barche e venti. Era un esperto e le sue parole erano «vangelo».
In gioventù Ago Campetti, fratello di Nina, abilissima sarta che ha superato il secolo di vita la scorsa estate, era tra gli animatori del «Tratto di marzo» nella notte tra il 28 febbraio e il primo marzo. Per anni è stato custode del cimitero dei frati del convento di San Tomaso, chiuso anni fa. I funerali oggi alle 15.30 a San Martino a Gargnano.
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