Addio a Madame Sisì, regina dal cuore d’oro delle notti gardesane

La «madre superiora» delle notti gardesane non c’è più: è morta Madame Sisì. Saldamente al comando dell’Art Club di Desenzano dagli anni Novanta, non solo è riuscita a trasformare il suo locale in una vera casa per tanti, ma ha fatto della sua persona e della sua vita un’espressione artistica a tutto tondo: intrattenitrice, cantante, scrittrice, imprenditrice stimata ben oltre i confini di Desenzano. A lei è stato dedicato anche un libro fotografico, «Di giorno dormo», con gli scatti di Marilena Mura e Greg Gorman.
Al secolo Carlo Tessari, Madame Sisì aveva 63 anni: si è arresa ieri mattina a una lunga malattia. Nata in una famiglia contadina a Brognolino di Monteforte, in provincia di Verona, ragioniera per diploma, ha mantenuto nel tempo il suo impegno nell’azienda agricola di famiglia: al lavoro nell’impresa di giorno, drag queen di notte. Un universo, quello drag, cui si è avvicinò già dagli anni Settanta.
I suoi primi passi nel mondo della notte risalgono agli anni Ottanta, con l’apertura del suo primo club a Paderno Franciacorta. Nella metà degli anni Novanta, invece, lo sbarco sul Garda, che l’ha incoronata «madre superiora» del popolo della notte: così amava definirsi. È riuscita a fare dell’Art «un rifugio per chiunque cercasse conforto e calore umano – si legge in uno dei numerosissimi commenti di cordoglio apparsi in queste ore sui social –. Il tuo carattere forte, ma delicato ci ha insegnato tanto sulla compassione e sull’accoglienza».
Vicina ai giovani, sensibile sui fronti del disagio sociale, per le istituzioni ha rappresentato un serio interlocutore nell’ottica della prevenzione. E l’Art, in questo, è stato sano baluardo grazie alle numerose campagne condotte al locale contro alcol e droga. Madame Sisì non lesinava poi di spendersi personalmente sui fronti della solidarietà e della beneficenza: un parco giochi di Mioglia, in provincia di Mantova, è stato intitolato a lei proprio grazie a una sua donazione.
Più e più volte la madama è balzata agli onori della cronaca nel corso della sua lunga carriera: per le sue collaborazioni con celebri artisti, ma anche per azioni simboliche. Come quando, nel 2014, ha unito a nozze due amici a Lonato: è stata la prima drag queen d’Italia a celebrare un matrimonio.
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