CronacaBassa

Addio a Giannino Magli, generoso protagonista della comunità

Tonino Zana
Se n’è andato all’alba di ieri, nella sua casa sulla strada in salita di Barco di Orzinuovi. Domenica i funerali
Giannino Magli - © www.giornaledibrescia.it
Giannino Magli - © www.giornaledibrescia.it
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Se n’è andato all’alba di ieri, nella sua casa sulla «rata» (strada in salita ndr) di Barco, sempre vicino a Orzinuovi e appena discosto, proprio per disegnare la dimensione del suo carattere di vicinanza alle persone e della necessità di una rigenerante solitudine insieme alla moglie Daniella e ai tre figli, Luca, Alessandro, Elisabetta, amando, da nonno grande, tutti i suoi nipoti. Giannino Magli aveva battuto i 93 anni, essendo di dicembre del 1930, venuto al mondo al Bettolino di Trenzano e cresciuto fino al matrimonio a Ludriano, piccola patria amata e vissuta, infine a Orzinuovi.

Magli rimane un uomo del coraggio non mediato da scorciatoie, capace di stare solo e capace di stare tra mille persone. Se n’era andato molto giovane a Londra, la capitale della lingua universale, dell’arte mondiale, del calcio inventato e così aveva imparato perfettamente l’inglese negli anni Cinquanta, aveva giocato nell’Aston Villa. Tornato a casa, si era stabilito a Orzinuovi coltivando tante amicizie di ogni età, tessendo relazioni interclassiste, con ministri e generali, con la micro borghesia agricola e commerciale, con il primo mondo dell’industria lumezzanese.

Giannino, coraggioso e generoso, aiutava il bisogno senza dichiarare nomi, poiché la carità non ha anagrafe. Era un cattolico senza rosario in mano, non si sedeva nelle prime file e non scantonava per l’aiuto all’oratorio e alla parrocchia. È stato presidente dei Bersaglieri orceani, della storica Fanfara centenaria e chi l’ha vissuta fin da bambino, con dei vicini come Mario Bertoli, prima piuma di corsa ad ogni squillo di tromba, conosce l’emozione della Fanfara, parte dell’anima di Orzi, il suo inno. Il monumento dei Bersaglieri è a suo merito, come quello dei Carabinieri, lui amico molto del generale dei carabinieri, Giuseppe Franciosa, che ci aiutò a metter al suo posto la camorra dei primi anni Ottanta a Orzinuovi.

La «sua» mostra di Ligabue. Giannino Magli (a destra) con l’attore Flavio Bucco -  © www.giornaledibrescia.it
La «sua» mostra di Ligabue. Giannino Magli (a destra) con l’attore Flavio Bucco - © www.giornaledibrescia.it

Il dott. Giannino Magli, laurea in lingue, è stato vice presidente dell’Usl 42, amministratore della Casa di riposo. Amò l’arte pittorica e fu un antiquario della prima ora. Da solo si mise in viaggio, fine anni Settanta, nelle Russie comuniste, strinse patti di creatività con la bellezza della cultura dell’Est. Orzinuovi si gemellò senza gemellarsi con la Bielorussia e i migliori pittori contemporanei passarono da Orzi. Come alcuni ottimi scrittori italiani di allora, da Luca Goldoni a Piero Chiara, da Davide Laiolo a Raffaele De Grada a Sgarbi e cento altri. Non dimenticate la mostra di Ligabue nel 1983, centomila paganti in cinquanta giorni, record imbattuto, fu un’idea di Giannino Magli e noi lo seguimmo per fiducia e per amicizia.

Domani alle 16, nella sua seconda piccola patria o forse la prima, a Ludriano, i funerali. Lui vorrebbe riposare sotto i castani, nella casa sempre accogliente verso Barco. Lì c’era la cuccia del suo cane. Abbaiava molto ed era buono. Ti sia lieve la terra, carissimo Giannino e da lì organizza una mostra su Maria: teniamocela buona, ci serve ed è la Madre di tutti noi.

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