A2A inaugura l’impianto di Calvisano: 81 milioni per la cura dell’acqua
«Un pilastro di un puzzle complicato»: così Tullio Montagnoli – amministratore delegato di A2A Ciclo idrico – definisce il depuratore di Calvisano nel giorno della sua inaugurazione. L’impianto di via Bordogna occupa 10mila metri quadrati, è costato 6,5 milioni ed è inserito nel piano di 81 milioni destinato al ciclo idrico integrato. Un investimento importante, che rappresenta una fetta importante dei 321 milioni che la multiutility intende mettere a terra nel Bresciano nel prossimo quinquennio.
Collettamento
Il taglio del nastro di ieri segna dunque un passo importante nel percorso dell’intero collettamento a cura di A2A, ipotizzato verosimilmente per il 2029, una volta completata cioè la posa delle tubature (43,6 milioni per 48,8 km, di cui gran parte già ultimate) nonché la realizzazione dell’acquedotto (21,5 milioni e in funzione entro fine anno). Infrastrutture, queste, di cui il Comune era sprovvisto e a cui può sopperire grazie agli investimenti dell’Ufficio d’ambito di Brescia, superando la procedura d’infrazione aperta nel 2014 dalla Comunità europea.
«Si sta sviluppando un progetto virtuoso, che va a colmare una notevole lacuna» sintetizza nel proprio intervento Paolo Bonardi, presidente dell’Ato Brescia. «Tutto è stato possibile grazie a una forte sinergia tra enti» gli fa eco Emanuele Moraschini, presidente della Provincia di Brescia.

Tornando al quadro generale, a che punto siamo? Dai dati ufficiali, ad oggi risulta completato il 73% del disegno avviato nel novembre 2018 – con l’allora sindaco Giampaolo Turini –, inevitabilmente rallentato dalla pandemia e ritoccato qua e là dall’esecutivo successivo, guidato da Angelo Formentini.
Che si dice entusiasta per l’attivazione – ad oggi parziale, ossia per 2.000 abitanti e non ancora per i 12mila potenziali a pieno regime – del depuratore: «Già nel ’99 il mio predecessore, Giovanni Appiani, e poi io, nel 2004, avevamo portato avanti l’istanza di ripulire i reflui civili e industriali – ricorda il primo cittadino –. La strada adesso è tracciata e mi congratulo in particolare con Caterina Lovo Gagliardi e Michel Lesioli: disponendo di una delega in Giunta, affrontano continue sfide (non ultima l’uso del sedime degli scavi per le fognature come base per una pista ciclopedonale di 4 km tra il capoluogo e la frazione di Mezzane, ndr) e coordinano gli interventi in paese, cercando di recare pochi disagi alla comunità».
Curare l’acqua
La struttura di via Bordogna, che impiega raggi Uv per eliminare organismi nocivi, «è certamente moderna e tecnologica – sottolinea l’amministratore delegato di A2A, Renato Mazzoncini – e contribuisce peraltro all’economia circolare: l’acqua depurata viene immessa nel vaso Saugo e può essere usata in agricoltura, mentre gli scarti dei fanghi generano energia con il biogas o l’inceneritore».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato