CronacaArte

A San Giuseppe nuovo restauro per salvare gli affreschi

Partiti i lavori nel chiostro. I dipinti versano in condizioni critiche per patine e umidità
Il complesso monastico di San Giuseppe © www.giornaledibrescia.it
Il complesso monastico di San Giuseppe © www.giornaledibrescia.it
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È stato aperto in questi giorni un nuovo cantiere di restauro degli affreschi del chiostro intermedio del complesso monastico di San Giuseppe, in città, raffiguranti le storie di San Bernardino da Siena e i conventi francescani delle province di Brescia e di Bergamo. Lo scorso anno erano state riportate alla loro antica bellezza quattro lunette sulla parete Nord e alcuni riquadri della parete ovest. La stessa sulla quale si interverrà quest’anno, per cinque mesi. Si andranno a ripulire la «Messa di San Gregorio Magno» appartenente alla fase decorativa cinquecentesca; la «Rinuncia al vescovato», la «Visione della morte della cugina Tobia» e «San Bernardino resuscita un giovane travolto da un toro»; e poi si metterà mano anche all’ultima lunetta della parete Nord raffigurante la «Morte di San Bernardino».

«Le tecniche che adotteranno i tecnici della ditta bresciana Marchetti e Fontanini, sotto la direzione di Alberto Fontanini, saranno le stesse utilizzate per il cantiere pilota dello scorso anno, che hanno dato ottimi risultati - afferma Silvia Massari, funzionario restauratore-conservatore della Soprintendenza, direttrice del cantiere mentre Rup è lo stesso soprintendente Luca Rinaldi che tanto si è impegnato con il Ministero dei beni culturali per ottenere i finanziamenti necessari per il restauro dei preziosi affreschi -. I lavori dureranno cinque mesi e la spesa prevista è di 210mila euro». Dal canto suo la Parrocchia ha partecipato a un bando per riuscire a sistemare i dipinti sulle pareti di sua pertinenza e si dovrà vedere se riuscirà ad ottenere il finanziamento».

Sono iniziati i lavori nel chiostro © www.giornaledibrescia.it
Sono iniziati i lavori nel chiostro © www.giornaledibrescia.it

Il recupero

Gli affreschi versano in condizioni critiche per la forte umidità di risalita dal terreno legata alla presenza nei secoli passati di fiumi sotterranei che passavano proprio sotto il complesso monastico. Senza contare le campagne di restauro che si sono succedute nel tempo (tra il 1965 e il 1969 e nel 2002), durante le quali sono state utilizzate sostanze che si sono alterate e che hanno creato patine che non rendono di facile lettura le immagini.

Alla conclusione della prima parte di intervento, lo scorso gennaio, il Soprintendente ai beni culturali, Luca Rinaldi aveva dichiarato che si trattava di «uno dei più interessanti interventi di recupero degli ultimi tempi nella nostra città», e aveva portato l’esperienza del cantiere pilota a un convegno a Roma per presentarlo come modello di intervento per le innovative tecniche adottate e i risultati ottenuti. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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