A processo 7 anni dopo il disastro aereo a Sonico
Il loro ultraleggero perse quota e si schiantò contro la montagna, in val Malga, in territorio di Sonico, non distante dal confine tra la Valcamonica e la Valtellina. L’impatto fu violentissimo. Per loro non ci fu nulla da fare. Il pilota e il passeggero di quel velivolo, due cittadini belgi di una cinquantina d’anni, morirono sul colpo.
Il recupero delle loro salme e del piccolo aereo, partito dal Belgio qualche giorno prima e destinato ad approdare sul Garda dopo aver fatto tappa per il rifornimento e aver passato la notte precedente l’incidente a Samolaco (in provincia di Sondrio), fu reso particolarmente complesso dall’altitudine e dalla fitta vegetazione.
Come complesso, per i soccorritori, fu individuare il punto esatto dello schianto e con esso il resto del mezzo e i corpi dei suoi occupanti. La macchina dei soccorsi aveva un solo elemento dal quale partire, l’ultimo contatto radio. Segnali del velivolo erano stati captati nella zona del Pian della Regina, sopra Cevo in Val Saviore, tutta protesa verso il massiccio dell’Adamello. Le ricerche partirono da qui
A sette anni dal giugno del 2017, ieri, è iniziato in tribunale a Brescia il processo a carico di chi, per la procura, è responsabile di quell’incidente aereo e della morte dei due occupanti il velivolo.
Davanti ai giudici della seconda sezione penale ieri è comparso, con l’accusa di omicidio colposo plurimo, il 45enne titolare della società belga che si era occupata della manutenzione dell’Fk precipitato in Valcamonica.
Secondo il consulente tecnico del sostituto procuratore Carlo Pappalardo, che ha analizzato i resti dell’aereo e dei suoi componenti, a partire dal motore, l’ultraleggero precipitò a causa di una perdita di potenza dovuta ad una «fessurazione» di uno dei carburatori, dovuta all’erroneo montaggio di una membrana in fase di manutenzione.
Il processo, ieri, si è addentrato in questioni preliminari, in particolare sulla costituzione di parte civile dei figli del passeggero dell’aereo. Il presidente Luca Tringali ha aggiornato l’udienza al 30 ottobre. In questo lasso di tempo le difese delle persone offese dovranno far tradurre e asseverare le procure.
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