A Pisogne una lapide in ricordo di Chiara Lindl, dispersa nel lago
È passato un anno da quando Chiara Lindl si è inabissata nelle acque del Sebino e da lì non è più riemersa. Vane tutte le ricerche, ogni tentativo inutile. La sua famiglia, mamma Irena e papà Markus, ha deciso che il Sebino, la «tomba» della ventenne di origini tedesche, così come la madre l’ha definito, doveva avere un segno per ricordarla. E così, dopo la cerimonia in Germania e quella in Repubblica Ceca, paese d’origine della mamma, oggi sono tornati a Pisogne, per un ricordo dalla doppia valenza. Da un lato di commiato e saluto e dall’altro di ringraziamento per tutte le persone che sono state loro vicino e si sono prodigate nelle ricerche.
La cerimonia in riva al lago
I genitori avevano dettato, per una cerimonia così emozionante, alcune «regole»: vestiti bianchi e brillanti, perché «Chiara era una persona solare», l’intera funzione in italiano, perché tutti potessero capire e comprendere i sentimenti di gratitudine. Dapprima Irena e Markus hanno letto una lettera scritta da loro, prima quella del papà e poi della mamma, quindi è stata eseguita una canzone che hanno fatto comporre per la ventenne. Quindi altre due canzoni in italiano e tanti racconti su Chiara, per raccontare come era e quali erano le sue passioni; e poi ancora due poesie sul significato dei figli e del viaggio. Infine è stata scoperta una targa sul lungolago, con la foto della ragazza sorridente, il suo nome e soprannome «Kiki», la data di nascita 10 febbraio 2003, quella della scomparsa, l’1 settembre dello scorso anno, con la scritta «figlia dell’universo», il simbolo dell’infinito e tante stelle colorate, su una cornice di granito e i girasoli.
«I famigliari hanno chiesto una cerimonia riservata e su invito – racconta il sindaco Federico Laini -, io ero presente per rappresentare la comunità di Pisogne che si stringe attorno al loro dolore, che ha sperato fino all’ultimo di poterla ritrovare. Pisogne era con loro in questo momento come e lo è stata nel corso delle ricerche».
La tragedia
Chiara era uscita in barca con degli amici, partendo da un campeggio della zona. Un’amica si è messa al comando e ha effettuato un’accelerata improvvisa, facendole perdere l’equilibrio e finire in acqua. Le ricerche sono scattate la sera stessa, sono durate diverse settimane e con diversi strumenti. Ma nulla è più stato ritrovato.
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