A Levrange in Valsabbia un borgo «fantasma» da 65 anni
Non mancano certo nei piccoli centri montani della Valle Sabbia, vittime negli ultimi decenni di un feroce spopolamento, gli edifici fatiscenti che nessuno vuol sistemare.
Qualcuno prova a regalarli, con donazioni alla Parrocchia, al Comune o ai parenti, ormai quasi senza risultato. Finiscono così tutti fettucciati di rosso e bianco, puntellati se va bene. I muri di sasso si gonfiano, ogni tanto ne crolla una parte.
Emblematica la storia degli unici edifici rimasti della vecchia Levrange, a Pertica Bassa. Poche unità abitative legate una all’altra, sul limitare della gigantesca frana che nel 1959, in una notte, complice un nubifragio, si era portata via l’intero paese. Ebbene sono ancora lì, non si può dire intatti, ma nemmeno in cattivissimo stato. Chi ci abitava allora ha seguito i destini di tutti gli altri, nel paese ricostruito poco distante, in una zona sicura, su terreno roccioso e non più interessato dal movimento franoso. In blocco, quelle poche case rimaste disabitate sono state poi assegnate a nuovi ed ignari proprietari, quale permuta per un fallimento. E quelli non ci hanno mai messo mano nei successivi 64 anni. E nemmeno hanno intenzione di farlo in quelli a venire.
«Come dar loro torto – ci dice il sindaco Manuel Bacchetti -. La messa in sicurezza prima e la ricostruzione poi sarebbe un’operazione dal punto di vista finanziario insostenibile. Questa storia finirà, forse, quando quell’area si ridurrà ad un cumulo di macerie. E ne abbiamo altri, nel nostro Comune, di edifici in quelle condizioni, altri ancora è prevedibile che se aggiungeranno».
Nelle Pertiche come in molti altri centri storici valsabbini, sono tanti gli edifici pericolanti e ormai di nessun valore, se non quello storico e, ma solo potenzialmente, paesistico. Da queste parti, i pochi che vogliono metter su famiglia, cercano soluzioni più comode e soprattutto meno dispendiose.
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