A Gavardo e a Sabbio Chiese le bibliotecarie sono «digitali»
Concluso il progetto, occorre dargli continuità. Così per i due Hub tecnologici realizzati all’interno di due biblioteche valsabbine: a Gavardo e Sabbio Chiese. Sono il lascito del progetto «Dad» (Differenti approcci didattici), realizzato grazie a un finanziamento di «Impresa Sociale Con i Bambini» che ci ha messo 1 milione e 250mila euro, altrettanti ne ha destinati Fondazione Cariplo, mentre Fondazione della Comunità Bresciana ha assunto il ruolo di ente capofila. Il progetto si concluderà a maggio, ma affinché gli Hub tecnologici possano continuare ad operare, il Sistema bibliotecario ha pensato di offrire alle bibliotecarie valsabbine un corso di formazione, perché siano in grado di utilizzare la sofisticata apparecchiatura e mettere in campo iniziative di divulgazione tecnologica, anche nel resto della valle. Una ventina le bibliotecarie che hanno aderito.
«Da tempo le biblioteche - spiega Alessandra Vittici, coordinatrice del Sistema bibliotecario valsabbino - non sono solo luoghi per il prestito libri, ma per iniziative culturali a 360°, luoghi di partecipazione e di inclusione sociale, di istruzione e di formazione anche alla tecnologia, come ci ha mostrato questo progetto».
«Nell’ultimo anno sono stati organizzati diversi laboratori creativi rivolti ai ragazzi delle medie e del biennio delle superiori della Valle Sabbia, registrando una buona partecipazione - aggiunge Luisa Bertuetti, che per conto di Area si è occupata della formazione -. L’obiettivo è di favorire la creatività, far conoscere la tecnologia per abbattere il "digital divide" ancora presente nei nostri paesi».
Ci sono state poi la formazione di docenti (tecniche di apprendimento, benessere e creatività, Bes Bisogni educativi speciali), di genitori (identità digitale e social network), oltre che percorsi di tutoraggio personalizzato che hanno coinvolto 80 studenti. Nei laboratori delle due biblioteche valsabbine, per sviluppare attività didattiche innovative, ci sono plotter da taglio, stampanti 3D, termopressa, kit Arduino, e via digitalizzando. E c’è anche un «laboratorio portatile itinerante».
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