A che punto sono le indagini sull’omicidio di Sharon Verzeni

Resta un giallo l’omicidio della donna di 33 anni, accoltellata per strada a Terno d’Isola (Bergamo). Sotto analisi il cellulare e le sue ultime ore di vita, prelevato il dna di alcuni residenti della zona
Un momento del funerale di Sharon Verzeni - Foto Ansa/Michele Maraviglia © www.giornaledibrescia.it
Un momento del funerale di Sharon Verzeni - Foto Ansa/Michele Maraviglia © www.giornaledibrescia.it
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Proseguono su diversi fronti le indagini sull’omicidio di Sharon Verzeni, la donna di 33 anni uccisa con quattro coltellate la notte tra lunedì 29 e martedì 30 luglio scorsi in strada a Terno d’Isola, in provincia di Bergamo.

Da un lato i carabinieri del Ros stanno analizzando la copia forense del suo cellulare per cercare eventuali chat o messaggi nascosti che possano in qualche modo indirizzare verso una pista precisa, verificando il traffico delle sue ultime ore di vita, ma non solo. Dall’altro lato proseguono gli accertamenti dei loro colleghi del Ris su alcuni profili genetici prelevati negli ultimi giorni nella zona del delitto, intorno a via Castegnate, da confrontare con le tracce di dna eventualmente riscontrate sugli abiti e sui campioni prelevati durante l’autopsia sul corpo di Sharon. Sono alcune decine le persone convocate dai carabinieri per il prelievo del dna, come i soccorritori, chi abita nella zona dove è avvenuto l’omicidio o si trovava in zona la sera in cui è stata uccisa, segnalato dalle celle telefoniche.

Come il caso Yara

L’analisi dei profili di Dna ricorda il caso di Yara Gambirasio, la tredicenne rapita e uccisa il 26 novembre 2010 a Brembate Sopra, paese anch’esso della zona dell’Isola bergamasca (così chiamata perché chiusa tra i fiumi Adda e Brembo) e distante circa 7 chilometri da Terno: per l’omicidio di Yara è stato condannato in via definitiva il muratore Massimo Bossetti, il cui dna è risultato essere lo stesso – indicato inizialmente come «ignoto 1» – trovato sugli indumenti intimi della tredicenne. A lui si arrivò proprio grazie a un’analisi a tappeto dei profili genetici del territorio. Allora però si trattò di una profilazione a tappeto con oltre 22mila test, in questo mirata.

Nessuna svolta

Il compagno di Sharon Verzeni al funerale della donna - Foto Ansa/Michele Maraviglia © www.giornaledibrescia.it
Il compagno di Sharon Verzeni al funerale della donna - Foto Ansa/Michele Maraviglia © www.giornaledibrescia.it

Anche l’indagine per la morte di Sharon Verzeni si sta rivelando un’operazione piuttosto complessa, senza finora punti di svolta fondamentali. A oggi gli inquirenti non si sbilanciano e mantengono il massimo riserbo sul caso: non è chiaro se a uccidere la donna sia stato uno sconosciuto, tesi avallata dalla vita all’apparenza senza ombre della vittima, oppure qualcuno che la conosceva e voleva colpire proprio lei, come indicherebbe la violenza dei colpi del killer.

Barista al Vanilla di Brembate, da qualche tempo era solita uscire la sera a camminare, come le era stato consigliato da un dietologo. Spesso, ha spiegato il compagno Sergio Ruocco, lui la accompagnava. Non la sera del delitto perché, ha riferito, era stanco ed è andato a dormire. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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