A Brescia nel 2024 i morti sul lavoro sono stati 37

Sono i numeri della Cgil, che conta anche i bresciani morti fuori provincia e a ex coltivatori
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Un’altra vita spezzata. Un’altra croce sul lavoro. Una piaga che non si arresta. Carmelo Longhitano, l’imprenditore edile di Roccafranca morto ieri mentre stava lavorando sul tetto di una carrozzeria a Trescore Cremasco, è la prima vittima bresciana del 2025.

Stando ai dati dell’Osservatorio sugli infortuni sul lavoro della Cgil, l’anno scorso sono stati registrati 37 decessi. Tra questi, il sindacato conta anche i bresciani morti fuori provincia e anche ex coltivatori, ormai in pensione, schiacciati dal trattore che stavano guidando. Episodi, fanno sapere dalla Cgil non così rari.

Numeri freddi, che non tengono conto del dolore delle famiglie, che improvvisamente hanno perso un proprio caro. Storie drammatiche come la tragedia avvenuta a febbraio nel cantiere Esselunga a Firenze: quattro delle cinque vittime (quattro uomini nordafricani) abitavano o avevano abitato a Palazzolo sull’Oglio, anche se nell’elenco fornito dall’Inail (Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli Infortuni sul lavoro) ne sono stati inseriti soltanto due, perché gli altri non risultavano più residenti nel Bresciano.

L’ultimo decesso, segnalato dall’Ats all’Osservatorio della Cgil, è quello di Angelo Frassi: il 67enne di Pisogne, lavoratore stagionale sulle piste da sci in Val Palot, è morto il 28 dicembre mentre era in servizio all’impianto di risalita. Stando a quanto emerso, l’uomo aveva accusato un malore. A trovarlo erano stati i colleghi che non avevano più sue notizie.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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